M“i alzai presto quella mattina di settembre. Evitai qualsiasi rumore per non svegliare gli altri: non volevo che qualcosa o qualcuno potesse impedirmi di andare incontro al richiamo della felicità che solo un bimbo può avvertire. Ero nel tempo della festa. Scesi le scale e aprii la porta della vecchia rimessa. Odoravo l’aria che sapeva d’estasi. I miei occhi posavano lo sguardo ovunque e ovunque era bello. Presi la mia bicicletta e andai incontro al sogno. Un passo fuori dal mio maniero, poi la sosta. Fermo sul sellino, con un piede sul pedale e l’altro poggiato a terra, alzai la testa per perdermi nell’incanto. Il cielo era blu intenso e così meravigliosamente bello da farmi gonfiare il cuore.