Fabio Gallo: Biografia
IN DUE PAROLE…
Umanista, Antropologo, Coreografo, Regista, Autore RAIUNO, Esperto di Intelligenza Connettiva e Gestione della Conoscenza, Direttore dell’Ufficio Cultura della Basilica Santa Maria degli Angeli e dei Martiri alle Terme di Roma – Chiesa dello Stato (dal 1999). Laureato con Lode Accademica con tesi sul tema “Arte come progettualità di Pace”. Responsabile Rapporti Istituzionali e Area Progetti della Fondazione Culturale “Paolo di Tarso” (dal 2003), attualmente con sede operativa nella Basilica di San Marco Evangelista al Campidoglio (Palazzo Venezia – Roma). Ideatore di Mondovisioni RAIUNO. Ha animato grandi eventi con San Giovanni Paolo II e Papa Francesco. Fotografo d’Arte internazionale con quotazione peritale delle sue opere a cura dell’Esperto del Tribunale Civile di Roma. Ha ideato e realizzato la Digitalizzazione degli Archivi di Musica Sacra della Papale Arcibasilica San Giovanni in Laterano in collaborazione con il Ministero dei Beni e Attività Culturali. Autore di Volumi d’Arte e pubblicazioni internazionali. Ha fondato le nove Testate Giornalistiche del Gruppo ComunicareITALIA. Membro del Comitato Tecnico-Scientifico dell’ITS-IOTA Puglia – Istituto Tecnico Superiore per l’Industria, l’Ospitalità e il Turismo allargato. Cofondatore e Portavoce Nazionale del Movimento sturziano NOI. Fondatore della Città della Pace e della Carta della Pace per la Tutela della Memoria, dei Diritti dell’Uomo e dell’Ambiente, Fondatore del Museo Digitale del Patrimonio Culturale Italiano “ItaliaExcelsa“.
Abbiamo tutti bisogno di una Pagina Bianca sulla quale scrivere la nostra vita, così come è stata veramente vissuta. Questa è la mia. Mi racconto volgendo lo sguardo alle tante cose belle che mi hanno gratificato e che potrebbero essere considerate in questo Blog semenze per una nuova piantagione e raccolta a favore, spero, dei Giovani, ai quali questo scritto suggerirà di impegnarsi sempre nel bene e resistere anche alle avversità, perché ne vale la pena. Questa vita è bellissima!
Prima di dare corso al racconto, desidero esprimere la mia profonda gratitudine al Presidente della Repubblica Italiana che ho sempre portato a conoscenza delle iniziative da me progettate, alle quali, ogni volta, ha ritenuto di esprimere la sua vicinanza, riconoscendo ad esse il suo Alto Patronato. Altresì, esprimo la mia gratitudine alla Santa Sede e alle Autorità ecclesiastiche del Vicariato di Roma per avere sempre creduto nelle mie capacità, consentendomi di esserne parte integrante.
Per comodità di narrazione e per rappresentare al meglio gli ultimi 20 anni del percorso di vita, ho riassunto il tutto in uno schema nel quale ho riportato i momenti più significativi.
Nel racconto, ho ricordato anche l’esperienza dalla quale ho tratto maggiore vantaggio esistenziale. Incredibile a credersi, è quella in cui un manipolo di indegni credevano di arrecarmi danno. Ironia della sorte..! Credo, infatti, che se avessero saputo che il loro male si sarebbe tramutato nella mia vita in così tanto bene, se ne sarebbero guardati dal produrlo.
Dio, evidentemente, aveva altri progetti per me, come ebbe modo di dirmi in Paravati una Donna dal nome Natuzza Evolo, meglio conosciuta come “Mamma Natuzza”, entrata nella mia vita in maniera sconcertante: “quando Dio Padre dispone – mi disse – non c’è uomo che possa mutare la sua volontà. Guai a farlo”.
Per finire, i tanti riconoscimenti e medaglie al merito che non ho mai esposto perché, con un pizzico di sana ironia, ho sempre fatto mia la battuta del grande santo napoletano S. Egidio Maria di San Giuseppe che affermava: “e mmeraglie nun se mmagnano” (le medaglie non si mangiano). Ma vanno rispettate, perché rappresentano affetto e stima di chi ha apprezzato il mio lavoro.
Sono cresciuto seguendo la luce della mia stella, illuminata dall’amore mai mancato in famiglia, dall’armonia delle note del pianoforte suonato da mia madre e ammirando la carta millimetrata sulla quale mio padre disegnava strade e ponti mai caduti.
Da bambino giocavo da solo a guardia e ladri. Interpretavo i due ruoli, come quando mamma sfornava dolcini il cui profumo sapeva di Paradiso. Mentre crescevano nel forno diceva: “benedica” (Dio li benedica). Il ladro (io) ne rubava uno e la guardia (sempre io), lo inseguiva correndo per la casa fino a quando la guardia, dopo una tiratina di orecchie, lasciava fare. In fondo, si trattava di un dolcino e il ladruncolo aveva fame.
È vero che ciò che fai da piccolo influenza per sempre la tua crescita. Il senso di quel gioco, è sempre vivo in me e tende a giustificare quella parte di umanità indotta a compromettersi per bisogno. Credo che ad un Essere Umano si possa negare tutto, tranne il cibo e l’acqua. Convinzione, questa, che di recente ho trasformato in un grande progetto, tutt’oggi aperto, con l’ideazione della Biennale dell’alimentazione Mediterranea per i Diritti Umani al Cibo Sano e all’Acqua potabile, veri motivi per i quali si combatteranno le guerre più cruente e sofisticate.
Da bambino amavo sfogliare le pagine de “I Tre Moschettieri”. Mi piaceva quell’Uno per tutti, tutti per uno! I disegni avevano qualcosa di nobile e avventuroso cui sentivo di appartenere, fino a quando da grande la vita mi suggerì, tra le tante letture più impegnative “Il Conte di Montecristo”, sempre a cura del drammaturgo francese Alexandre Dumas che, per anni, ha messo in discussione quel “volgi l’altra guancia” sul quale ho edificato la mia conversione alla pratica della fede cristiana, giunta nella maturità, come quel fulmine che il 19 Luglio del 1992 mi colpì in pieno sulla spiaggia di Calabaia, senza uccidermi.
Era lo stesso giorno in cui moriva Paolo Borsellino. Una coincidenza, quella del fulmine “buono”, che mi legò per sempre a questa straordinaria figura, la cui integrità morale mi aiutò a discernere molte cose, come ad esempio i bravi e onesti Magistrati che sono “La” Giustizia giusta, dagli infami che portano indegnamente l’abito dello Stato per corromperlo, deviarlo e procurare male ingiusto. Insomma, tutta colpa di Alexandre Dumas al quale, idealmente, affido la narrazione degli ultimi 30 anni di questa meravigliosa avventura che è la mia vita, sempre vissuta alla ricerca di quella Bellezza che tanto nelle forme della creazione che in quelle conferite dall’Uomo quando attraverso le Arti ricerca Dio, svela a chi sa cercare, la Grande Verità.
Posso dire di avere vissuto intensamente due vite. A 20 anni andai via dalla mia amata e bella Cosenza. Da studente di Ingegneria soffrivo per tanti amici che scelsero cattive strade. Negli anni 80 il TG1 definiva Cosenza la Chicago anni trenta per la criminalità che prendeva il sopravvento sulla società civile, trascinando giovani di ogni classe sociale. Sentivo tra la gente il limite tra buona e malavita assottigliarsi. Così, salii su quel treno per iniziare il mio viaggio. Nella valigia, gli enormi sacrifici che la mia famiglia fece per sostenermi. Una consapevolezza che ardeva come fuoco vivo e mi spingeva e diventare sempre migliore nell’impegno, nello studio, nella costanza, nel sacrificio, in silenzio. Era forse questa, la mia buona Stella: l’Amore per la mia famiglia e della mia famiglia. Una Stella che non ha mai smesso di brillare indicandomi la via nella notte più buia. E in certi momenti bui della vita, se non hai una luce che splende e indica il cammino, ti perdi.
Scelsi l’Arte più silenziosa, quella di Tersicore, del movimento corporeo: l’Arte del Silenzio. Scelsi gli studi Accademici del Teatro, della Danza, della Coreografia, del Mimo Corporeo. Scelte alle quali devo anni di grandissime soddisfazioni che mi hanno proiettato sempre più in alto, tra le Stelle del mondo dell’Arte e dello Spettacolo internazionale.
Soprattutto, mi hanno consentito di viaggiare, di conoscere popoli e culture, tradizioni, di visitare musei, di crescere interiormente oltre che artisticamente. La Danza, la Coreografia, il Teatro, la Regia, hanno bisogno di nutrimento e di conoscenza. La creatività si nutre di tutto quanto hai visto, frequentato, conosciuto e compreso. Non può esistere povertà culturale per un vero artista.
È questa la mia prima vita, quella dell’Artista, dell’ideatore, del creativo, grazie alla quale ho studiato, mi sono formato nel mondo, giungendo ad essere Danzatore, Coreografo, Regista, Autore apprezzato dalla Critica e gratificato sia dal mondo del Teatro internazionale che dalla TV di Stato, con la realizzazione di centinaia di programmi editi da RAIUNO.
Il Teatro? Ancora più emozionante e grazie al quale ho conosciuto il mondo. Una scuola che non ha pari. Come non hanno avuto pari le esperienze vissute nell’essere stato tra i protagonisti di “Maratona d’Estate” a cura dell’immensa Vittoria Ottolenghi, o di essere allievo prediletto del Decano tra i critici di Danza Gino Tani, o l’avere meritato una pagina intera di “La Repubblica” firmata da Alberto Testa, dedicata all’Opera Prima “Donna, Mito e Mediterraneo”, da me creata.
Le prestigiose recensioni critiche mi hanno consentito di realizzare il mio grande sogno: giungere da Regista al Teatro Sistina di Roma. I miei colleghi mi daranno ragione se dico che pochi al mondo hanno avuto la possibilità di dirigere in un unico storico Grande Evento personalità come Lindsay Kemp, Irek Mukhamedov, Oriella Dorella, Riccardo Bustamante, Nacho Duato, Milva, Peppe e Concetta Barra, Lynne Charls, Viviana Durante e tanti altri da avere sulla testa il firmamento delle Stelle.
Allo stesso tempo, è stata impagabile l’esperienza vissuta nell’Antoniano di Bologna in occasione delle Edizioni in Mondovisione RAIUNO dello “Zecchino d’Oro” per le quali sono stato chiamato per animare le Coreografie.
Il ricordo di Mariele Ventre, Padre Marco Fabbri, Cino Tortorella e tanti, tanti ospiti tutti per i bambini del coro che ci hanno fatto cantare da bambini.
Chi non ricorda “Il Caffè della Peppina” e “44 Gatti”??
La mia seconda vita, quella più “istituzionale”, mi ha offerto l’opportunità di trasformare il bagaglio esperienziale maturato fino a 33 anni, in una missione: quella di un uomo che della Cultura ne ha fatto una vera e propria “Arte della Rinascita”, con fini sociali e visioni allargate dall’IO al NOI. Una trasformazione non facile, ma resa possibile dal contesto che ha riversato sulla mia persona un’attenzione tale da avermi consentito di investire sulle mie capacità, sviluppando nuovi talenti. Come il periodo in cui accolsi l’idea del Cardinale Darío Castrillón Hoyos di dedicare molta attenzione al mondo della digitalizzazione dei Beni Culturali.
Il noto Cardinale, all’epoca Prefetto per il Clero, molto vicino a Giovanni Paolo II, e molto competente in materia, veniva spesso in Basilica per condividere momenti di vera passione per il mondo che sarebbe arrivato: quello digitale. A lui devo, insieme al mio Gruppo di lavoro, tutti i risultati conseguiti. Mi raccontò di un simpatico incontro con quello che prima di diventare Pontefice era il Cardinale Ratzinger. Mi disse: “lo invitai a casa mia per ricambiare il suo precedente invito nel corso del quale mi mostrò la sua bellissima biblioteca. Ne era particolarmente fiero. Una volta giunto nella mia abitazione, ci recammo a vedere la mia biblioteca, cosa che lui attendeva con una certa emozione. Così lo portai innanzi al mio computer, lo feci accomodare e gli mostrai tutti i libri digitalizzati. Lo vidi – commentò divertito il Cardinale Castrillón – sbigottito. Non poteva farsene una ragione che in una pennetta avevo inserito tutta la mia biblioteca”.
Il mondo stava decisamente trasformando alcuni suoi parametri. Un mondo che presto avrebbe generato quel processo di “gestione della Conoscenza” che non ha saputo gestire il nostro Paese.
Quando entrai per la prima volta nella Basilica Santa Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma, rimasi impressionato dalla grandezza delle mura imperiali che l’avvolgevano. La chiesa prese forma nelle rovine della Terme di Diocleziano per la costruzione delle quali, morirono di fatica quarantamila cristiani.
Quando mi trovai al suo interno, fui colpito da stupore nel trovare innanzi alle mie pupille, la volta che Michelangelo Buonarroti creò per adattare la pregressa architettura a casa di Dio. Compresi subito che insieme alla Cappella Sistina, alla Pietà, al Mosè, nel suo ultimo lavoro, Michelangelo aveva inteso lasciare un segno chiaro alla storia dimostrando che quando vuole, l’Uomo è degno di definirsi figlio di Dio.
Mi chiesi come fosse possibile che alcuna ricorrenza ricordasse il suo genio in quel luogo. Così, proposi al Parroco della Basilica Mons. Renzo Giuliano, uno dei pochi religiosi che la storia può considerare protettore del genio degli artisti, di istituire un percorso culturale che sapesse riflettere come fece Michelangelo, sul tema “alla ricerca di Dio nell’Arte”. Un tema che un decennio dopo, fu sublimato da San Giovanni Paolo II con la sua “Lettera agli Artisti”.
Nacque così il “Premio Michelangelo”, che la stampa battezzò come “il Premio della Capitale” per avere lasciato in quanti lo hanno seguito, un segno tangibile di presenza vera, sentita, di fede profonda nell’arte, specchio essenziale del senso intimo e qualificante dello spirito dell’uomo.
Quando le Cerimonie si manifestavano sotto la volta di Michelangelo, si aveva chiara sensazione che l’immanente trovava giustificazione nel trascendente, mostrando come l’Artista sapesse concepire meraviglie che richiamano l’Uomo alla contemplazione silenziosa, proprio come innanzi al Creato.
“Esserne pertanto, insigniti – affermò il Presidente del Premio Ennio Morricone nel decennale del Premio– ha significato per ciascuno comprendere di aver compiuto un atto di fede profonda nell’arte, recepita dall’incondizionato, con l’incommensurabile trascendenza divina”.
Chi erano gli spettatori del Premio Michelangelo? Il Mondo, tutto il mondo dell’Arte, della Letteratura, della Cultura in generale. Quel mondo che non si sa come, riesce a stupire con le proprie creazioni.
Mi piace ricordare le parole di un Uomo che ho molto amato per l’esempio di vita che ha saputo infondere alla mia persona e ai miei collaboratori negli anni della sua costante presenza nella vitalità del mio Ufficio Cultura: il Cardinale Darìo Hoyos Castrillon all’epoca Presidente della Pontificia Commissione “Ecclesia Dei”. “Ripenso in modo particolare la serata in cui tenni a portare con me, come ospite, Gabriel Garcia Marques con la sua Consorte, miei amici, facendo loro vivere un momento importante della esperienza culturale cristiana della Città. Lo scrittore, Premio Nobel per la letteratura nel 1982, mi ringraziò perché capì che, nell’attesa di molta gente e nella proposta del Vangelo al mondo di oggi, la cultura aveva uno spazio ampio di offerta e quella comunità cristiana al Centro storico di Roma portava alla luce quell’esigenza culturale, facendola divenire un progetto pastorale“.
Nel settembre del 1999 tornai nella Basilica dopo alcuni anni di assenza non voluta ma procurata dalla cattiveria e dall’invidia di gente malvagia, che si era accostata alla mia vita per sottrarmi il frutto di anni di sacrifici. E di un Procuratore che schierandosi contro la mia persona per meri interessi personali, trovò la più grande e mortificante sconfitta della sua carriera poiché lo fronteggiai e vinsi ogni volta che mi portava in Tribunale. A umiliarlo, furono i suoi stessi colleghi Magistrati.
Ad accogliermi due grandi uomini: Mons. Natalino Zagotto, Vicario Episcopale per la Vita Consacrata della Diocesi di Roma e Mons. Renzo Giuliano, Parroco della Basilica di Stato, già segretario del Cardinale Ugo Poletti, Vicario di Giovanni Paolo II. Per loro sono stato come un figlio.
Fu proprio Mons. Renzo Giuliano che, una volta consolidatosi il Premio Michelangelo, riconoscendo in me un prezioso collaboratore per la Basilica, ultimo capolavoro del genio di Michelangelo, luogo di Arte, Fede e Scienza, mi nominò Direttore dell’Ufficio Cultura della medesima Basilica poiché si stavano programmando altri Grandi Eventi Giubilari per l’Anno Santo (2000).
Il prestigioso incarico di Direttore dell’Ufficio Cultura affidatomi, mi consentì, grazie al supporto di un gruppo di giovani laici e alla viva partecipazione del Parroco coraggioso e visionario, di realizzare progetti che prima avrei solo potuto sognare. Siamo stati proprio noi a traghettare nel nuovo millennio la Basilica del Centro di Roma e ad ascoltare 25 milioni di Giovani provenienti da tutto il mondo, nel Grande Giubileo dell’Anno 2000.
Qui, mi era stata offerta l’opportunità di creare progetti in grado di garantire incontro e dialogo di Pace per mezzo delle Arti. Le stesse sedi dell’Ufficio Cultura affidatemi sono sempre state un suggerimento a sentirsi piccoli innanzi all’Arte e alla Fede. Questa “seconda vita”, dall’anno 2000 a tutt’oggi, è stata caratterizzata da una progettualità più “alta” e vissuta con umiltà e spirito di servizio. Progetti e grandi Eventi finalizzati al dialogo interculturale e di Pace, alla tutela dell’Ambiente, del Patrimonio Culturale e dei Diritti Umani, le cui premesse e risultati sono stati sempre riconosciuti da attestazioni giunte alla mia persona dal Capo dello Stato, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Senato della Repubblica, dalla Camera dei Deputati, dalla Farnesina, dai Dicasteri Vaticani, da Agenzie di Stampa e da prestigiose Associazioni della Capitale.
Ai Progetti dedicati ai Diritti Umani all’accesso al Cibo Sano e all’Acqua potabile, inoltre, si aggiunge la gratificazione dalla considerazione e partecipazione attiva di numerose Nazioni, della FAO e dal W.F.P. World Food Programme delle Nazioni Unite. Ma ne parleremo più avanti. Spiritualmente parlando, sono stato davvero molto fortunato per avere vissuto a diretto contatto il Grande Giubileo dell’Anno 2000 con Giovanni Paolo II, determinante nell’indirizzo della mia formazione che potrei dire “in presa diretta”, con Benedetto XVI (la sentinella di Cristo) e oggi con Papa Francesco dal quale ho raccolto anche l’invito rivolto ai laici di entrare in politica, ma, come da lui suggerito, “in quella con la P maiuscola”. Credo, infatti, che se tanta vita non si pone a disposizione del bene comune e del prossimo, è come non averla mai vissuta.
In questi luoghi sono cresciuto molto facendomi piccolo. Qui, è nata anche l’idea di valorizzazione per mezzo del mondo digitale che “connette”, quel grande capitale dei Beni Culturali italiani che sono anche autentica “Bellezza del Sacro”. L’Arte italiana è riuscita a toccare con pennelli e scalpelli, da Michelangelo a Raffaello Sanzio, il dito di Dio. A tal proposito, mi piace ricordare l’epigrafe incisa sulla tomba monumentale di Raffaello Sanzio custodita nel Pantheon di Roma sulla quale è scritto: “Ille hic est Raphael timuit quo sospite vinci, rerum magna parens et moriente mori” (qui giace Raffaello da lui, quando visse, la natura temette d’essere vinta, ora che egli è morto, teme di morire). Quella delega, compresi subito, andava ben oltre le mie competenze in campo artistico e qualcuno a così alti livelli istituzionali, si fidava di me e aveva visto oltre.
Mi si affidava una grande Basilica e una “pagina bianca” sulla quale scrivere, non più volteggiando alla ricerca del salto più alto, ma un dialogo tra Arte, Fede e Scienza in grado di proiettare la Bellezza del Sacro nel mondo che si sarebbe aperto alla rivoluzione: il Terzo Millennio e l’avvento dell’intelligenza connettiva dalla quale sarebbe dipesa la formazione di milioni di Giovani. Nel luogo in cui cinque secoli prima Michelangelo si poneva alla ricerca di Dio nell’Arte, tutto gli somigliava nelle direttive ricevute e che, volte al mio bene, mi stimolavano ad aprire ali più grandi di quelle che ritenevo di avere nei miei grandi salti.
Si stava aprendo uno spazio nel quale morivo lentamente a me stesso, al mio “IO”, per rinascere “comunità”. Un miracolo che solo la Fede può compiere con la sua carità paziente e benigna che conferisce senso e pienezza a tutte le cose. È facile immaginare che qui, non potrò rivelare molte cose che appartengono alla vita relazionale e istituzionale afferente alle pratiche dell’Ufficio affidatomi, ma posso elencare il frutto del mio lavoro per ricordare sempre a me stesso quante cose buone e belle si possono fare se si guarda al bene comune.
Come segno di riconoscenza a chi ha creduto in me, però, pubblico la lettera giuntami l’8 Settembre 2019 da da Mons. Renzo Giuliano Parroco della Basilica Santa Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma, Chiesa delle Celebrazioni Ufficiali della Repubblica Italiana (Chiesa dello Stato). Fu lui ad aprire il Portone degli Angeli per accogliermi nel momento più buio della mia vita per irradiarla di vita progettuale.
Fabio Gallo, persona-evento a Santa Maria degli Angeli in Roma – “L’Esedra delle antiche ed imponenti Terme romane di Diocleziano si protende verso la grande Piazza ed ora, con i suoi resti archeologici che formano l’ingresso della Basilica cristiana disegnata architettonicamente da Michelangelo, pare protendersi ed abbracciare quell’esterno, nella suggestione di un non finito tipico michelangiolesco. Tale configurazione d’arte diventò una modellatura del mio proposito pastorale, a me inviato da poco in quella Chiesa, di farne uno spazio determinato e determinante di accoglienza per tanti tra tutti quelli che transitavano per quella importante, centrale ed affollata Piazza di Roma. Così mi espressi nella presentazione dei miei intenti sacerdotali di nuovo Parroco, anche perché, abbastanza giovane per un primo incarico di questa misura, tale era l’intento di chi mi aveva lì destinato. All’inizio degli anni ’90 era già una iniziale sfida favorire un forte clima spirituale di accoglienza. L’accoglienza è quasi disegnata dagli ampi spazi della Basilica e dalle sue pastorali adiacenze ed essa avrebbe dovuto essere lo slancio di una ripresa di un richiamo di fede e di umanità. Una storia particolare, sofferta, speranzosa non tardò a presentarsi per essere accolta fra quelle fantastiche mura storiche, quella di Fabio Gallo. Presentato da un comune amico, la Basilica lo accolse per un soggiorno temporaneo e per supportare umanamente chi si incamminava con un fisico provato e sostenuto da stampelle e che rivelò da subito una “connaturalità” con la Basilica stessa. Difatti quegli spazi immensi, quella storia e quell’arte sembrarono da subito coincidere con le attese, i valori e la volontà determinata, non certamente piegata, della vicenda di Fabio Gallo che portava in sé la voglia di riscatto. Quelle attribuzioni di forte idealità nei riguardi della vita e della sua terra, che erano state la causa della violenza rivoltasi su di lui, ora avevano l’occasione di risolcare la china e ridisegnarsi positivamente. Appunto quell’ingresso nella Basilica degli Angeli e dei Martiri fu, come detto nel titolo, un “evento” in quanto le tante idee sprigionatesi dalla formazione, dal coraggio, dall’esperienza, dall’energia laica ed ecclesiale di Fabio Gallo furono un motore di forte giro posto al servizio appassionato della pastorale del luogo. E sempre ogni cosa fu vagliata, confrontata e condivisa, innescando una comunione di intenti e voglia di lavorare che coagulò molte forze di giovani, di donne ed uomini volontari. Provvidenzialmente da quell’evento umano di accoglienza si formarono con amore e competenza numerosi eventi spirituali, storici ed artistici, di cui tenere il numero ed anche la memoria pare difficoltoso. Tutti eventi di una qualità alta, capaci nel loro contenuto di manifestarsi motivo di riflessione e di crescita per tutti e soprattutto proposta di una matura e non comune offerta di integrazione tra fede e cultura, punto nevralgico dell’azione cristiana ai nostri tempi. L’immedesimazione nella progettualità della Basilica fece di Fabio Gallo un prezioso collaboratore ed in questa attenzione fu riconosciuto Direttore dell’Ufficio Cultura della medesima Basilica. Per l’Anno Santo dell’anno 2000, passaggio da un secolo all’altro, consolidatosi oramai il “Premio Michelangelo” istituito dal 1992 e programmandosi altri eventi giubilari, ne riconoscevo l’ideazione a Fabio Gallo. Scrissi allora nell’ottavo anno del Premio: “In questi giorni sta partendo la programmazione, con il logo del Giubileo, di un ‘Concorso-Rassegna mondiale di danza e coreografia sui temi sacri’ che interesserà migliaia di giovani e le loro scuole, quale forma artistica di spirituale e propria partecipazione al Grande Giubileo imminente. Di ciò devo ringraziare il giovane coreografo Fabio Gallo, del resto ideatore di questo stesso Premio Michelangelo. Siamo e ci poniamo in un futuro artistico pieno di suggestioni e di percorsi che ci appassionano perché ci interpellano” (Basilica S. Maria degli Angeli e dei Martiri, 21 novembre 1999). Come fu per il Premio Michelangelo in cui furono coinvolti i maggiori nomi dell’arte nelle varie espressioni di ispirazione, così fu per questo Concorso di assoluta novità. Memorabile la danza mistica attorno alla epocale Croce di Luce, tutta cristalli Swarowski, al centro della Basilica. L’accoglienza del mondo giovanile in particolare fu entusiasmante, affollata e sensibilmente spirituale e luminosa. Non una particolarità fu dimenticata, come lo dimostra la performance danzante di Carla Fracci sulle Linea della preziosa Meridiana all’interno della Chiesa. Quell’arte trasbordava in grande stile dal secolo ventesimo e veniva consegnata al secolo ventunesimo per continuare a far sorgere nuove potenzialità di oggettiva bellezza e di speranza concreta nel mondo. Da una sofferenza con il nome di ingiustizia, a cui tutti gli amici partecipavamo, si sprigionava in S. Maria degli Angeli e dei Martiri una traccia di vigore inedito che apriva a percorribili vie nuove di gioia. Ritornava spesso la voce del Signore a S. Paolo: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte” (2 Cor 12, 9-10). Del resto la nascita della Fondazione Paolo di Tarso, espressione di tutto il lavoro poderoso operato in Basilica e mezzo per continuarlo, non fa altro che riportare a questa fonte originaria biblica paolina, a questo assunto dogmatico inequivocabile. Il vissuto cristiano si produce sempre dal mistero della morte e risurrezione di Cristo per noi. La Provvidenza ha voluto che Fabio Gallo rimanesse per diversi anni ospite della Basilica e per tale motivo si è stati capaci di disegnare e ridisegnare eventi di Arte, che hanno indicato solchi e relazioni di Pace. Accoglienza e sublimità dell’arte hanno prodotto la testimonianza che la grandezza di un uomo, che voglia essere tale, non può essere svigorita o annullata da una pervicace ingiustizia, da calunnia, da progetti di morte, da persistente asservimento a poteri nascosti, senza luce, da lesioni della dignità altrui. Allorché si ha il coraggio di riscrivere una storia, la riflessione intelligente degli uomini potrà riapparire e potrà ripensare con categorie di rispetto, di delicatezza dell’animo, di sostegno reciproco, di perdono e di redenzione. Aver condiviso l’amicizia, la stessa sofferenza, la volontà di non piegarsi, il servizio agli altri nelle forme che la personale esperienza produce, la lotta per vita onesta e dignitosa, l’affetto per le nostre famiglie, come in Fabio Gallo si sono dimostrate vigorosamente, è un dono di cui ringraziare ora quel Signore Dio che di tutto questo è Maestro”.
Roma, 8 settembre 2019 – Don Renzo Giuliano
Nel corso di questi anni ho potuto contare su Giovani a dire poco eccellenti per capacità organizzativa e professionale. Tra essi, ritengo doveroso citarne alcuni: la dott.ssa Eleonora Cafiero (Umanista), la dott.ssa Viviana Normando (Giornalista, Storico dell’Arte, Manager della Cultura), la prof.ssa Maria Stella Bottai (Storico e Critico d’Arte), Andrea Presutto (esperto di Turismo), il dott. Paolo Lorizzo (Archeologo), Franco Pisanu (Vicariato di Roma). L’impegno del gruppo di lavoro dell’Ufficio Cultura inizia in occasione del Grande Giubileo dell’Anno 2000 con la proposta del “Concorso Rassegna Mondiale di Danza e Coreografia su Temi Sacri”. Ho chiesto ai giovani di accogliere una sfida: dirigere le loro sane energie sui temi che vedevano il mondo riflettere sul dialogo della Pace tra i Popoli, molto sentito nelle nuove generazioni che venivano chiamate ad essere da Giovanni Paolo II, “Sentinelle del Mattino“.
La Danza, dunque, si faceva strumento di dialogo, opportunità di confronto su temi quali guerra, pace, ambiente, lavoro, futuro. Fu un grande successo.
Giunsero in migliaia da tutto il mondo e chiesi a Milo Level, il coreografo di Michael Jackson, Prince, Madonna, re dell’Hip-Hop di darmi una mano. Si precipitò da New York per dare la sua testimonianza. Inutile dire quanta gioia si manifestava nella michelangiolesca Basilica divenuta la casa dei Giovani del Giubileo su volere del Papa “artista”.
Karol Vojtyla conosceva bene il mondo del Teatro. Da giovane fece del Teatro uno strumento di rivoluzione e resistenza e ci regalò la sua celebre “Lettera agli Artisti” che sublimò l’impegno indispensabile dell’Artista nello sviluppo di una sana Democrazia. Con lui, con Giovanni Paolo II siamo stati protagonisti di un “segno” nella storia. Nel Chiostro della SS. Trinità dei Monti, dal 21 al 24 Luglio, abbiamo visto danzare anche i Cardinali di Santa Madre Chiesa insieme ai Ministri della Repubblica, letteralmente avvolti dall’entusiasmo sprigionato dei Giovani. Chiamai anche i colleghi coreografi più portati per aprire una nuova epoca di Danza, quella sui Temi Sacri e scelsi per quel Giubileo della Danza un’Ambasciatrice speciale: Simona Atzori, nata senza braccia. Scrissi nella sua presentazione: “le sue braccia sono rimaste aggrappate a Dio”.
Fummo al centro del mondo e ricevemmo attestati di grande stima dagli Organi della Stampa che hanno seguito con molta attenzione lo storico evento. In questa circostanza, come in altre, anche il Presidente della Repubblica Italiana non volle farci mancare il suo “Alto Patronato”, così come il Pontificio Consiglio di Cultura della Santa Sede, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede.
Nel Marzo 2001, appena chiusi i lavoro del Grande Giubileo, ho ideato e promosso la “Prima Giornata della Donna del III Millennio” dedicata alla figura e all’opera umana e di pace di Madre Teresa di Calcutta. Organizzai questo nuovo evento in collaborazione con le Donne Magistrato di Roma aderenti all’Inner Wheel Roma Sud. In questa circostanza, il Giudice Angela Metro volle onorarmi della Medaglia d’Argento dell’Inner Wheel.
Nella stessa circostanza giunse a mezzo motociclista la lettera di apprezzamento del Presidente della Repubblica Italiana che facendo riferimento ad un’opera a lui inviata, nel ringraziarmi, ci definiva “Ambasciatori della Cultura di Pace e testimoni nell’Arte della Fede…”. Certi grandi sforzi verso il bene comune, è vero, si fanno solo per amore. Nel provare un profondo senso di gratitudine, fui pieno di gioia perché il Capo dello Stato aveva inteso gratificare il mio intero gruppo di lavoro. Ero riuscito a creare una comunità di Giovani in grado di lavorare con grande serietà e impegno, senza mai risparmiarsi. Assegnai un nome al gruppo: “The Angels”, Ambasciatori di Pace.
Da quel giorno eravamo chiamati per offrire il nostro contributo ai momenti di aggregazione internazionali, attraverso le Arti. Intanto, nel Gennaio 2001 i miei studi nel campo della Fotografia d’Arte condotti negli anni e sublimati tecnicamente nel corso del Giubileo, hanno suscitato l’interesse della “Swarovski International Holdings” che pensò di finanziare il Volume d’Arte “Luce da Luce – Riflessi dal Vangelo” (Edizioni Il Cigno Galileo Galilei di Arte e Scienza – Roma).
Il Volume d’Arte era dedicato ad una mia esperienza fotografica che aveva posto al centro del suo interesse la “Croce di Luce” che Swarovski aveva realizzato in occasione del Giubileo e che fu una vera attrazione per turisti e pellegrini: 5 tonnellate di cristallo illuminati da 20.000 led. Un capolavoro di luce nella Basilica di Michelangelo.
Fu intorno ad essa che ideai la campagna di Arte Visuale dedicata ai temi del Vangelo. Anche questa, fu un successo per l’assoluta novità, anche grazie ai testi inediti di Mons. Renzo Giuliano, Parroco della Basilica, ispirati al senso e segno cristiano della Croce. E’ così che vede la luce il primo Volume d’Arte nel quale la Fotografia creativa si ispira ai Temi Sacri del Vangelo.
Ma usciamo per un attimo dalle mura imperiali delle Terme di Diocleziano, per entrare nelle acque del suggestivo Lago di Bracciano. Nel Marzo 2001 giunse una nuova grande emozione! Le opere d’arte fotografica dedicate ai “grandi temi” piacquero molto al Dipartimento Turismo della Provincia di Roma che mi affidò la valorizzazione delle acque dei suoi laghi.
Il successo fu tale da essere state richieste ancor prima di finire il progetto, dal Museo di San Rocco Arte di Lugano che diede vita ad una mostra di Visual Art interamente dedicata alle mie opere. La intitolai “Art for Peace” per quella sensazione di silenzio e pace che le Opere ispiravano, ma anche per il compito che affidavo all’Arte: farsi Ambasciatrice di Pace.
I cittadini svizzeri, è noto, sono molto attenti alle questioni ambientali e furono catturati dalle immagini sviluppate in grande formato e con processo di sublimazione del colore (Cibachrome). Sembrava di poter toccare le Acque.
Tre immagini della collezione, forti di particolari cromie e dedicate alla Donna, acquisirono in quel luogo grande centralità. Le nominai “Fonte, Sorgente, Vita”. Posso dire con certezza che questa mostra d’Arte alla quale destinai una trentina di opere in tutto, determinò quel prestigio che si tramutò più in avanti nell’esigenza di quotare le mie Opere d’Arte Fotografica.
Sempre nello stesso periodo, attesi i successi precedenti, il Dipartimento Turismo della Provincia di Roma volle finanziare una nuova campagna di Opere d’Arte Fotografica dedicata alle Acque e ai Temi Sacri del Vangelo. Fu al centro dell’Anno Mondiale delle Acque, protagonista di numerose esposizioni internazionali, partendo proprio dalle Terme di Diocleziano e dalle sue volte michelangiolesche divenute luogo sacro.
Nel Giugno 2001 la gioia diventa ancora più grande e da qual momento è una continua ascesa di grandi e indimenticabili emozioni. Il Vicariato di Roma mi incaricò di organizzare gli eventi coreografici in Piazza San Pietro in occasione del passaggio della “Fiaccola della Pace” dai Giovani della Giornata Mondiale della Gioventù di Roma, a quelli di Toronto, senza dirmi che il tutto si sarebbe svolto alla presenza di Giovanni Paolo II e di 50 mila giovani.
Sul sagrato di San Pietro, i “The Angels”, danzarono accanto al Santo Padre sui brani più celebri di Marco Frisina, dal Magnificat a Nada te Turbe. Gli stessi che avevano animato il Grande Giubileo dell’Anno 2000.
Il Santo Padre, nonostante i suoi dolori dovuti alle condizioni di salute, volle salutare tutti i Giovani. Tra essi i The Angels che strinse teneramente a se, mentre gli facevano dono del Volume d’Arte “Luce da Luce, Riflessi dal Vangelo”. Oggi, l’Uomo che ci abbracciò tutti, e rivoluzionò le nostre vite, è stato proclamato santo.
La mia intuizione richiamava l’interesse degli Organi della Stampa. L’Arte intesa come progettualità di Pace, convinceva. E nel Settembre 2002 l’Agenzia di Stampa Internazionale ADNKronos, mi insigniva del “Premio Letterario Internazionale “Anguillara Sabazia Città d’Arte”.
Questa la motivazione del Premio: “A Fabio Gallo Operatore di Pace, delle Idee, della Letteratura, dell’Arte e della Fede”. La motivazione suggeriva chiaramente che la strada che avevo deciso di percorrere era quella giusta e stava presentandosi l’occasione per scrivere una pagina storica nel dialogo di Pace. Fondai pochi mesi dopo la “Città della Pace”.
A suggerirmi di fondare la Città della Pace, sono stati i venti di guerra che soffiavano dal Mediterraneo. E ad utilizzare l’Arte come strumento di Pace fu la semplice domanda che mi posi molte volte nel luogo di Michelangelo: cosa è l’Arte se non l’incapacità dell’Uomo di tacere innanzi ad essa? E cosa è la Bellezza, se non il legame tra l’Uomo e Dio? Innanzi alla Pietà di Michelangelo o ammirando la Cappella Sistina, compresi che non servivano parole e che tutti coloro i quali provenivano da decine di Nazioni, li, parlavano una sola lingua: quella dell’Arte: il silenzio. Ecco che trovai “la chiave” della Porta della Città della Pace nella quale avrei fatto incontrare Popoli, Culture e religioni: la Bellezza dell’Arte, una sola lingua che non avrebbe avuto necessità di parole, se non di silenzio e incontro.
Il 2002 si prospettava un anno molto difficile a causa della possibile Guerra in Iraq che poi, effettivamente, divampò nel 2003. Una guerra che poteva allargarsi ai paesi del Mediterraneo e che si sarebbe dovuta scongiurare. Gli effetti di questa guerra pesano ancora oggi anche sul nostro Paese e sulla mancanza di stabilità del Mediterraneo. Una crisi che ha prodotto centinaia di migliaia di morti tra i cristiani e non solo. Ma ha prodotto anche quel flusso migratorio che oggi fa molto discutere e che non si è in grado di gestire.
La Basilica dello Stato è anche “Cappellania irachena” e ospitava Mons. Philip Najim Procuratore del Patriarcato di Babilonia dei Caldei di Baghdad presso la Santa Sede e Visitatore Apostolico per l’Europa. Grazie a lui compresi bene cosa sarebbe potuto accadere. Qui di seguito alcuni miei dialoghi con Mons. Philip Najim che abbiamo deciso di rendere pubblici.
Fabio Gallo con Mons. Philip Najim – “Che cos’è Babilonia dei Caldei”
Fabio Gallo con Mons. Philip Najim -“Il Popolo Caldeo e la guerra in Iraq”
Fabio Gallo con Mons. Philip Najim -“L’appello di Papa benedetto XVI sul Popolo Caldeo”
Così, come Direttore dell’Ufficio Cultura della Basilica, fondai la “Città della Pace”, un villaggio globale in grado di offrire ospitalità al confronto culturale di Pace tra donne e uomini di diverse Nazioni, Culture e Religioni. Nella Basilica costruita da Michelangelo, l’incontro tra Arte, Fede e Scienza ha unito l’Umanità.
Scelsi come strumenti del confronto l’Arte, proponendomi come obiettivo la ricerca di un linguaggio semplificato per una cultura di Pace condivisibile e sostenibile. Una ricerca che qualche anno dopo richiamò l’attenzione di Assisi Pax International.
La Città della Pace ha consentito di creare un incontro delle Nazioni per mezzo dell’esposizione e condivisione delle Arti, intese come “ambasciatrici” di Pace. All’evento la cui serata inaugurale è stata dedicata ad una raccolta fondi per il FAI, attribuii il nome di “CentoEventiGiorni” (durata degli eventi) e prese vita in occasione del Tricentenario della Meridiana di Francesco Bianchini, voluta da Papa Clemente XI nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma.
Si tratta dell’orologio solare attivo fino al 2502 che determina non solo l’ora solare esatta, ma l’esatto momento in cui si verifica la Passione, morte e resurrezione di Gesù di Nazareth da cui dipende anche il calendario romano. Per l’occasione, insieme alla Provincia di Roma, pensammo di realizzare un Volume d’Arte da consegnare alla moglie del Presidente della Repubblica e alle Autorità presenti.
Il Volume prese subito forma grazie all’impegno degli esperti Catamo e Lucarini e alla realizzazione di una serie di immagini tra le quali quella intera della linea Meridiana impossibile da realizzare in un solo scatto poiché lunga 44 metri. Per ottenere l’intera linea Meridiana fotografata in Azimuth, e in considerazione del fatto che i droni furono inventati 15 anni dopo, creai una procedura aerea originale che diede un risultato eccellente. Il Ministero dei Beni Culturali disponeva di una immagine simile.
Tra le soddisfazioni, la più grande è stata quella di ricevere l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, indirizzato alla mia persona. Un dettaglio che non è affatto tale, per chi sa unire tempi e circostanze.
Il grande evento di apertura a cura della Filarmonica della Scala di Milano diretta dal M° Riccardo Muti è stato inaugurato dalla Signora Franca Ciampi, moglie del Presidente della Repubblica Italiana e ha visto presenti 2.500 Autorità internazionali, Università, Centri di Ricerca, Artisti, Musei.
Le adesioni furono tali da aver dovuto progettare tutto, anche i posti a sedere per il Grande Evento inaugurale, con il supporto della Facoltà di Architettura dell’Università Federico II di Napoli.
Gli eventi culturali della durata, appunto, di 120giorni hanno visto, tra i tanti testimoni, il Direttore del Museo della Pace di Hiroshima Minoru Hataguchi, superstite dell’esplosione nucleare, che ha portato una testimonianza agghiacciante sugli orrori che il nucleare procura anche a distanza di decenni.
Il Direttore Minoru Hataguchi ha dimostrato una maturità e umiltà che ha riscosso aiutato a riflettere le numerose istituzioni giunte dalle nazioni. Volle anche sottoscrivere il “Manifesto” per la Pace sul quale ho voluto riportare il monito di Giovanni Paolo II: “Solo dalla Verità e dalla Giustizia possono scaturire la Libertà e la Pace. Su questi valori è possibile costruire una vita degna dell’Uomo. Fuori da essi c’è solamente rovina e distruzione“.
Il Manifesto della Città della Pace che il Direttore del Museo della Pace di Hiroshima volle sottoscrivere, oggi, è stato affidato alla Fondazione Culturale “Paolo di Tarso”.
Tra le Opere d’Arte esposte, l’Albero della Pace di Olga Biglieri (Barbara), realizzato con le mani dei bambini che sono rimasti coinvolti nelle conseguenze del nucleare. Le loro manine intinte nei colori, hanno formato un grande albero conservato ed esposto nel Museo di Hiroshima. Quelle di Bertina Lopes, Consigliere dell’Ambasciata del Monzambico a Roma; le opere provenienti dal Museo della Pace di Segovia diretto da Lucia Bosè.
Insieme all’artista visuale Georges De Canino, ebreo, con il quale ho condiviso un fraterno rapporto, abbiamo voluto ricordare l’orrore dei campi di concentramento, alle porte del nuovo Millennio. La depersonalizzazione, la crudezza delle deportazioni che hanno lacerato il rapporto tra l’Uomo e Dio, la nascita dell’Uomo-scarto che sotto diverse spoglie oggi è largamente condiviso da una umanità profondamente vuota di senso. Quelle di Natalia Tsarkova e dei quattro “Artisti per la Pace”.
Molto apprezzata al punto tale da aver dovuto replicare la mostra d’Arte, l’idea dei “4 Artisti per la Pace”: Michelangelo Tallone, Claudio Rolfi e Guido Vigna, tutti molto quotati, insieme ai quali ho avuto l’onore di esporre e raccontare il mio punto di vista attraverso l’Arte della Fotografia.
La Città della Pace ha ospitato anche la storica performance di Carla Fracci che a piedi nudi danzò sulla linea meridiana del Bianchini accompagnata dalla voce del Soprano Gloria Criscione Pineda che grazie a questo grande evento poté concretizzare l’istituzione dell’Università degli Studi della Pace nel Paraguay.
La “Città della Pace” ha ricevuto patrocini e partecipazione attiva del Pontificio Consiglio di Cultura; Presidenza della Regione Lazio; Presidenza della Giunta Provinciale di Roma; Università della Pace “Giorgio La Pira”; Università Federico II di Napoli – Facoltà di Architettura; Università degli Studi di Roma “La Sapienza” – Dipartimento Storia dell’Arte della Facoltà di Lettere e Studi di Chimica e Tecnologia delle sostanze biologicamente attive, del Polo Scientifico Didattico di terni dell’Università di Perugia – Facoltà di Scienze Politiche, Corsi di Cooperazione Internazionale per lo Sviluppo e per la Pace e Scienze Sociali della Comunicazione Interculturale, del Museo della Civiltà Romana, del Centro Internazionale Antinoo per l’Arte, di AdnKronos Cultura.
Una volta conclusa la prima edizione della Città della Pace, giunse un’altra soddisfazione e gratificazione: l’Università “La Sapienza” di Roma – Dipartimento di Storia dell’Arte, con apertura dell’anno 2003, istituì il percorso formativo a più cicli di conferenze dedicato al tema dell’Arte come Progettualità di Pace di cui sono stato Docente insieme alla Giornalista e Storico dell’Arte Viviana Normando.
Questa straordinaria esperienza piena di contenuti si è ripetuta negli anni successivi creando adunanze di alte istituzioni e Artisti del livello di Giuseppe Afrune, Ines Salazar, Ennio Morricone, Igor Mitoraj, Padre GianMaria Polidoro fondatore di Assisi Pax International e autore di “Civiltà di Pace”, il Prof. Fausto Cantarelli autore de “I tempi del Mediterraneo”, grazie ai quali riuscimmo a lasciare aperte per sempre le “Porte degli Angeli”: le porte della Città della Pace. A seguire alcune foto che ricordano gli eventi e nelle quali, tra i tanti ospiti presenti, appaiono i Signori Cardinali Angelo Sodano (Segretario di Stato Vaticano) e Giovanni Canestri, il Parroco della Basilica dello Stato Mons. Renzo Giuliano, la dott.ssa Eleonora Cafiero Capo Segreteria dell’Ufficio Cultura della Basilica dello Stato, il Maestro Giuseppe Afrune.
Successivamente, nel Dicembre 2007, si tenne un evento che scrisse una nuova importante pagina della Città della Pace, che avrebbe avuto una importante ricaduta diplomatica nel futuro. Esattamente dopo nove anni. In occasione degli eventi indetti in onore dell’istituzione della Chiesa Ortodossa di S. Caterina Grande Martire d’Alessandria in Roma, nella qualità di fondatore della Città della Pace” e della “Carta della Pace”, ebbi modo di incontrare riservatamente il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill. Scopo dell’incontro, quello di discutere sul tema “Arte come progettualità di Pace”. In tutti i grandi eventi nei quali Popoli, Culture e Religioni si incontrano, l’Arte è subalterna all’incontro. Dal mio punto di vista, invece, l’Arte avrebbe dovuto rappresentare il “ponte” per l’incontro tra i Popoli, le Culture e le Religioni. Non più, intrattenimento, ma, elemento cardine del dialogo.
Un argomento che ho avuto l’opportunità di discutere con il capo della Chiesa Ortodossa di Mosca e di Tutte le Russie. Il dialogo è avvenuto nella Cappella dei Certosini, alla presenza del suo segretario e di Mons. Renzo Giuliano, Parroco della Basilica di Stato. Alle mie spalle, anche se fuori dalle immagini, la dott.ssa Eleonora Cafiero, a capo della Segreteria dell’Ufficio Cultura della Basilica dello Stato e la dott.ssa Viviana Normando, Giornalista e Storico dell’Arte.
Un incontro storico che ha dato i suoi frutti. Dopo nove anni, nel Dicembre 2016, il Vaticano organizzò “Roma Aeterna”, una mostra eccezionale che ha portato a Mosca i tesori della Pinacoteca Vaticana.
Un evento senza precedenti che fu incoraggiato direttamente dalla Santa Sede. Il pubblico russo ha potuto ammirare alla Galleria Tretyakov 42 capolavori di Caravaggio, Raffaello, Bellini, Guercino, solo per citare alcuni nomi.
Il redazionale della testata sputniknews.com nel commento scrisse: “Viva l’arte, ponte imbattibile fra Russia e Italia”. Sempre nel 2007 accadde un episodio che mi tramortì e che desidero testimoniare. Don Ragheed Ganni, parroco a Mosul, venne ucciso dall’Isis il 3 giugno 2007. Prima di diventare Parroco aveva studiato a Roma e avevamo condiviso gli stessi spazi in Basilica.
Laureato in Ingegneria e successivamente negli studi teologici nella Capitale, parlava correttamente tre lingue. Un ragazzo d’oro, un vero figlio di Dio che non tardò a manifestarsi per la fermezza della sua fede. I testimoni del suo assassinio raccontano che al capo del gruppo di fuoco dell’Isis che si rivolse a lui prima di sparare, gli disse: “Ti avevo detto di chiudere la chiesa, perché non l’hai fatto?” E il giovane prete rispose: “davanti agli assassini non posso chiudere la casa di Dio”.
Oggi questo giovane sacerdote diventerà Santo e sarò testimone di aver vissuto con un a Santo. Comprendo quando il Patriarca di Babilonia dei Caldei, sapendo bene quale lavoro stessi portando avanti con il suo Visitatore Apostolico presso la Santa Sede, a tavola, innanzi al parroco della Basilica Mons. Giuliano, mi fece giurare di non andare in Iraq perché il mio nome era già noto ai terroristi e mi avrebbero ucciso subito.
La guerra, combattuta con il versamento del sangue o senza, è la negazione della ragione umana.
Un concetto così alto dell’Arte e della sua capacità di convertire al dialogo e che si sarebbe dovuto porre l’interrogativo di come entrare in rete per essere fruito attraverso gli strumenti digitali, non poteva che coinvolgere il grande regista Franco Zeffirelli con il quale avevo fissato un incontro per discuterne nella sua villa sull’Appia Antica.
Il messaggio dell’Arte in Italia si tramuta subito in economia della Cultura e del Turismo ed ero molto interessato a congetturarne il futuro. Ogni suggerimento da parte di Franco Zeffirelli sarebbe stato utile e formativo. Era mio interesse massimizzare il livello della Bellezza dei Beni Culturali anche nel mondo della Rete che con i suoi strumenti di connettività stava divenendo un “ponte” di straordinaria portata per diffondere il messaggio del Brand Italia e del Made in Italy.
Presto, smartphone, tablet, pc e altri mezzi di comunicazione avrebbero rivendicato la loro quota di partecipazione alla diffusione del Patrimonio della Cultura. Cinema e Teatro, infatti, così come il Patrimonio dei Beni Culturali sarebbero stati mutuati sempre di più dai media digitali e farlo prima di tutti sublimando la loro bellezza, desideravo diventasse un mio brand.
Molti credono che dietro al successo vi sia solo un pizzico di fortuna. Ma chi ha raggiunto il successo sa bene che quando lo si raggiunge, è grazie a tanti sacrifici e ad una grande scuola che posso dire di avere ricevuto. Come quella sulla “luce” ricevuta dal grande Bruno Monopoli, direttore della Fotografia di Franco Zeffirelli, dal quale per anni ho attinto suggerimenti e segreti su come gestire la luce nella rappresentazione della mie opere e nei progetti.
Bruno quel giorno mi accompagnò perché avremmo dovuto svolgere due compiti importanti: il primo, accompagnare un gruppo di religiosi cristiani ortodossi della Chiesa di Mosca che chiedevano di incontralo. Il secondo, discutere di due nostri progetti con Franco Zeffirelli.
Stavo strutturando le basi del primo Museo Digitale del Patrimonio Culturale italiano nel quale avrei fatto convergere una moltitudine di Beni Culturali italiani digitalizzati negli anni. Ma dovevo stabilire una serie di parametri estetici e tecnici, come quello, ad esempio, del come gli utenti avrebbero dovuto visualizzare i beni culturali. “Senza dubbio in formato cinema”, a tal proposito suggerì Franco Zeffirelli, mostrandoci una serie di suoi bozzetti e mostrando come il formato Cinemascope premiasse la visualizzazione di scena e paesaggio.
Nel corso della lunga conversazione, insieme a Bruno Monopoli che più volte si fece ponte quando avevo da riferire cose urgenti a Franco Zeffirelli, gli parlammo di un possibile film con la sua regia dedicato alla figura di San Francesco di Paola del quale mi stavo intanto occupando su incarico dell’Ordine dei Minimi.
Accettò subito, ma le sue condizioni di salute lo impedirono. Aveva una idea geniale rimasta nel mio cuore. Conoscendo la sua fede e devozione a San Francesco di Paola che nella sua villa di Positano aveva fatto realizzare in ceramica, e sapendo che gli sarebbe stato impossibile come avrebbe voluto visitarne i luoghi, feci stampare le immagini di tutti i Conventi di San Francesco che intanto avevo realizzato, e gliene feci dono.
La sua felicità si trasformò in idee, progetti, entusiasmo e fu così che iniziammo a parlare di una Italia e di una Calabria “Excelsa” alle quali oggi ho dato forma e senso con le due Piattaforme www.italiaexcelsa.it (Digital Cultural Heritage Museum) e www.calabriaexcelsa.it. Lo devo a chi ha lavorato duro in tutti questi anni con me, a chi lo ha reso possibile e a Franco Zeffirelli e Bruno Monopoli che mi hanno aiutato a crescere artisticamente rivelandomi tanti, tanti, tanti “trucchi” dello straordinario mondo dell’Arte.
Ma quel giorno, come sopra detto, i compiti da svolgere erano molteplici. Per questo motivo ad accompagnarmi erano anche il Parroco della Basilica dello Stato Mons. Renzo Giuliano, e la dott.ssa Eleonora Cafiero a capo della Segreteria dell’Ufficio Cultura della stessa Basilica, insieme alla delegazione di autorità ecclesiastiche della Chiesa Ortodossa Russa. Nel corso della conversazione che mi vide mediatore, i religiosi dissero subito: “Maestro, grazie per averci ricevuti. Pur di incontrarla saremmo venuti a piedi da Mosca”.
Una frase che aprì il cuore del grande regista che, emozionato, chiese il motivo di quelle parole che appariva un onore troppo grande per lui. Il Vescovo spiegò che “il film Gesù di Nazareth aveva avuto il potere di attraversare le pareti dell’incomprensione tra i popoli, riuscendo a convertire la Russia. Si doveva a quel Film se dopo anni sul Cremlino si poté sventolare la bandiera del colore azzurro del manto di Maria”.
Sentii in quelle parole tutta la potenza dell’Arte e del potere della sua Bellezza capace di sostenere in maniera discreta ed efficace il compito che a volte risulta difficile anche per politica e diplomazia.
Dovrò scrivere un capitolo a parte per raccontare cosa abbiamo visto nell’archivio storico del Regista di cui pubblico una foto e che ha fatto grande il Teatro ed il Cinema italiano dirigendo opere come “Romeo e Giulietta”, “Fratello Sole e Sorella Luna”, “Il Gesù di Nazareth” e tante, tante altre opere che oggi brillano nel firmamento dell’Arte.
Intanto, le mie opere fotografiche che creavo perché contenessero messaggi di allarme sui grandi temi come la tutela dell’ambiente, le conseguenze delle guerre, l’indispensabile dialogo di Pace, si facevano spazio nelle migliori case editrici di Arte e, su suggerimento dei cultori della materia, furono sottoposte a valutazione peritale dell’Esperto del Giudice del Tribunale Civile di Roma.
Con mia somma sorpresa e con grande gioia, presi atto che si attribuivano quotazioni fino a 8.000,00 (Ottomila/00) Euro a singola opera composita (Vedi: Tribunale di Roma, Cronologico N° 012789 del 31 Ottobre 2003).
Oggi, ammetto, non saprei attribuire un valore di stima all’intero patrimonio poiché esso, dopo quasi 20 anni di ininterrotta attività, può contare su diverse centinaia di migliaia di Opere d’Arte Fotografiche che ho inteso riunire nel brand “Arte della Rinascita”. Non ho mai pensato vendere le Opere ma alcune di esse si sono rivelate assi utili, quando ho deciso di renderle disponibili per il loro valore certificato.
Infatti, nell’Aprile 2003, al fine di attivare un ampio processo di digitalizzazione del Patrimonio culturale delle Chiese di Roma contenenti opere d’Arte d’interesse mondiale, si rese necessario istituire uno strumento giuridico che potesse assicurare alte competenze, dedizione e riservatezza nel lavoro, poiché si sarebbe dovuti entrare anche negli Archivi Vaticani.
Non disponendo la Basilica delle circa 120.000,00 Euro da depositare dal Notaio per la costituzione di una “Fondazione”, pensai di fare donazione di una decina di Opere Fotografiche quotate che lo Studio dei Notai Associati Capecelatro, Perone Pacifico, Pistilli di Roma acquisì come capitale della costituenda Fondazione della Basilica dello Stato.
Una donazione che rese possibile la nascita dello strumento Giuridico che avrebbe da lì a breve, determinato una vera e propria rivoluzione digitale di cui si sarebbero avvantaggiate Stato italiano e Pontificio. L’Esperto del Giudice del Tribunale di Roma fu molto dettagliato e la perizia acquisita dallo Studio Notarile è molto spessa. Qui riportò solo alcuni dettagli con una parte del giudizio tecnico:
Nel corso del primo CDA, attese le mie peculiarità e competenze di settore, mi fu affidato l’incarico di Responsabile dei Rapporti Istituzionali e Area Progetti della Fondazione Culturale che prese il nome di “Paolo di Tarso”, San Paolo, l’Apostolo delle Genti. Ottenne subito l’iscrizione nel Registro delle Persone Giuridiche dell’UTG di Roma e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Oggi, i tanti progetti di Digitalizzazione dei Beni Culturali italiani realizzati, mi hanno consentito di realizzare un sogno e di fondare il Digital Cultural Heritage Museum “ItaliaExcelsa”, il primo nel mondo della rete a carattere interamente visuale.
Già nel Luglio 2003 il Governo Italiano approvava il Progetto Pilota “Ildefonso Rea” per la digitalizzazione delle Chiese di Roma da me ideato e proposto nell’ambito del “Network Turistico Culturale” dello stesso Governo. Per comprendere meglio l’importanza che il Governo attribuì al mio progetto cito il Comunicato Stampa emanato dallo stesso Governo nella seduta del Comitato dei Ministri per la Società dell’Informazione del 29 luglio 2003 che riporta testualmente: “Un’attenzione particolare è stata riposta al Progetto Pilota “Ildefonso Rea”, per rinnovare e proiettare verso il futuro i beni del grande patrimonio culturale sacro della Capitale, rappresentato da oltre 2000 Chiese e 1500 istituti religiosi di valore artistico – culturale”.
Il Programma direttamente promosso dal Governo italiano, inoltre, è stato inserito nel Progetto Europeo Minerva, come si evince dalla presentazione e dal resoconto delle attività del MIT – Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie e della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Nella primavera del 2004 chiedemmo al Cardinale Camillo Ruini, Vicario di Giovanni Paolo II, di potere accedere all’Archivio di Musica Sacra della Papale Arcibasilica San Giovanni in Laterano di Roma nel quale risultava custodito il più celebre Archivio di Musica Sacra del mondo. E così, ottenuto esito positivo, ho potuto realizzare con il mio staff di Esperti il progetto che oggi è noto in tutto il mondo.
Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Fondazione Culturale “Paolo di Tarso”, infatti, stipularono Convenzione per la digitalizzazione dei preziosi manoscritti, tra i quali i Codici 56 e 59 di Giovanni Pierluigi da Palestrina, detto “Principe della Musica”.
Un lavoro unico che mi consentì di fare un importante passo in avanti nel mondo dei Diritti allo studio e alla conoscenza che con i miei progetti ho sempre desiderato garantire ai Giovani.
Questo Progetto fu richiesto dal Ministero dei Beni Culturali per inaugurare il Nuovo Parco della Musica della Capitale. Ma, insieme al mio gruppo di lavoro potevamo fare di più. E così, insieme ad AVR realizzammo con le partiture realizzate la prima Digital Library di Beni Librari realmente sfogliabile per fini di studio e ricerca. Se clicchi da PC, potrai vederla QUI.
Nel Luglio 2004, con tesi sul tema “Arte come progettualità di Pace”, conseguivo la Laurea in Discipline dell’Arte, Musica e Spettacolo con indirizzo Antropologico presso l’UNICAL, con la votazione di 110 con Lode Accademica. Anche questa, fu una piccola soddisfazione poiché nell’accogliere la mia tesi, anche l’UNICAL mostrava interesse e credeva possibile lo sviluppo di tale progettualità.
Ma di soddisfazione ne stava arrivando un’altra dalla stessa Università e dalla stessa seduta di laurea. L’UNICAL – Facoltà di Lettere e Filosofia, accolse la Tesi di Laurea della dott.ssa Eleonora Cafiero dedicata alla mia carriera artistica. Tema della tesi: “La Danza Etno Coreutica. La Danza e i suoi valori e il suo sostegno all’Anno Giubilare. L’Avanguardia della Danza con un Coreografo innovatore”.
Quando l’UNICAL accolse la tesi incentrata sulla mia carriera, credevo si trattasse di uno scherzo. Invece, prendo atto del fatto che un importante frammento della mia vita, oggi, è custodito nella
Biblioteca dell’Università.
Una volta creata la base tecnologica grazie alla quale la digitalizzazione dei Beni Culturali procedeva a gonfie vele, sorgeva la necessità di creare strumenti autonomi di comunicazione giornalistica digitale. Da quel momento in poi gli Organi della Stampa esistenti entrarono in crisi con l’avvento della società della comunicazione 2.0 che metteva chiunque in condizione di partecipare ed essere protagonista del mondo della comunicazione globale. Nasceva una nuova forma di potere, quello della Rete e una nuova forma di Intelligenza: quella “connettiva”. Nasce qui il mio grande interesse per la “Gestione della Conoscenza”.
Per valorizzare l’Italia avevamo bisogno di un flusso di dati digitali da gestire in maniera autonoma, su Piattaforme italiane e non straniere. Questo fu il grande errore del Governo Italiano che si trovò impreparato a gestire il potere che il Brand Italia e Made in Italy poteva esprimere in rete con grandi ricadute sull’economia interna. Si parla di decine e decine di miliardi di Euro che si perdono ogni anno.
Un vuoto strategico che fu subito colmato dalle multinazionali estere con siti come Expedia.com, Booking.com nel settore Turismo, di primaria importanza per la nostra economia e, successivamente, siti come E-Bay.com e Amazon.com per il commercio elettronico, in grado di inginocchiare letteralmente la microeconomia italiana, quella delle piccole e medie imprese che in Italia rappresenta la vera economia. Così, decisi di organizzare una sorta di “resistenza” e fondai in pochi anni nove Testate Giornalistiche telematiche, oggi riunite nel Gruppo Editoriale di Rete ComunicareITALIA.
A seguire clicca sulle icone per aprire le Testate Giornalistiche. E’ grazie ad esse che sono riuscito a veicolare per anni il “Valore Italia” supportando e dando voce a problematiche sociali a tutela dei Diritti Umani, mondo del Lavoro, Artigianato, Turismo, Beni Culturali, Belle Arti, Food&Wine.
Grazie a questa iniziativa e alla linea editoriale “etica”, nel corso degli anni ho ricevuto numerosi riconoscimenti. Tra essi la “Medaglia d’Oro Premio Foyer des Artistes” (Presidenza del Consiglio dei Ministri – Teatro Capranica, Roma).
L’onore ancora più grande per me, l’essere stato insignito dello stesso riconoscimento conferito, nello stesso evento, a S. E. Rev.ma il Signor Cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo al quale dopo alcuni anni conferii la “Carta della Pace”.
Il Cardinale Montezemolo, mi piace ricordare, è stato artefice dei negoziati per la normalizzazione delle relazioni tra la Santa Sede e lo Stato d’Israele che portò, il 30 dicembre 1993, alla firma dell’accordo fondamentale che riconobbe “la natura unica delle relazioni tra la Chiesa cattolica e il popolo ebraico” e “il processo storico di riconciliazione e di crescita nella comprensione reciproca e nell’amicizia tra cattolici ed ebrei”. Doveroso citare anche il riconoscimento assegnatomi dall’INPEF – Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati quale “Promotore dei Diritti Umani”. Questo riconoscimento è stato consegnato dal Ministro Plenipotenziario della Farnesina De Martino e patrocinato anche dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Senato della Repubblica.
Questo riconoscimento è stato consegnato dal Ministro Plenipotenziario della Farnesina Gian Ludovico De Martino e patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Senato della Repubblica.
Questo mio agire in difesa della Cultura italiana che non è solo opere d’arte, ma la coscienza che la loro presenza ha sviluppato in ambito mondiale attribuendo valore all’italianità, piacque al mondo accademico che mi invitava a relazionare sui temi della gestione della conoscenza.
Così, nell’Aprile 2009 fui chiamato a relazionare insieme a Derrick De Kerckhove, direttore dal del McLuhan Program in Culture & Technology dell’Università di Toronto, nella 43° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Social. Si tenne presso la Pontificia Università Lateranense sul tema “Nuove Tecnologie e Nuove Relazioni”.
Di conferenza in conferenza le mie teorie convinsero anche la grande industria della Gestione della Conoscenza e il 4 Luglio 2013, fui invitato dalle prestigiose Associazioni “La Scuola di Atene” e “Alumni Bocconi” a relazionare sul tema “Brand Italia e Made in Italy: il Potere della Rete e le nuove economie per l’Italia”.
L’Evento si è tenuto presso la Sala Conferenze dello Sheratone Rome. Ricordo un simpatico episodio: tra gli organizzatori vi era la dirigenza della più grande azienda italiana che sviluppa progetti innovativi. Prima dell’inizio della Conferenza mi si avvicinò il figliolo del Presidente e mi disse: “Google che sta distruggendo l’economia italiana. Fai capire a tutti il perché”. Il giorno dopo la stampa nazionale riportava le mie teorie sull’invadenza di Google e della sua speculazione e dopo poche settimane, il colosso fu pesantemente multato dall’Europa per concorrenza sleale.
L’evento vide gli interventi del Prof. Pasquale Lucio Scandizzo, Docente Politica Economica e Finanziaria Facoltà di Economia Università degli Studi di Roma Tor Vergata, il Dott. Marcello Tagliente Ministero per i Beni e le Attività Culturali Direzione Generale per la valorizzazione del Patrimonio Culturale, il Dott. Carlo Hausmann Direttore Generale Azienda Romana Mercati Azienda Speciale della Camera di Commercio di Roma – Settore agroalimentare e gestione Borsa Merci, l’Ing. Giuseppe Fiandanese Direttore Generale Inforav Istituto per lo sviluppo e la gestione avanzata dell’informazione (www.inforav.it)
La guerra in Iraq, intanto, aveva già manifestato tutta la sua violenza sulle popolazioni inermi e come in tutte le guerre, sempre ingiuste, i gruppi terroristici tribali facevano massacri nei massacri colpendo in maniera speciale i cristiani copti e caldei. Di fatto, con la scusa delle attività belligeranti, si stava sterminando non solo i cristiani ma il cristianesimo che tra le religioni, è quella che alimenta con forza, formazione e solidarietà, in un mondo nel quale si vuole governare negando e non coinvolgendo.
Si stava animando la diaspora dei Caldei verso l’Europa e non riuscivo a stare con le mani in mano. Avevo notizia certa (non posso essere chiaro…) di certi importanti documenti cristiani delle origini sepolti nei territori soggetti agli atti terroristici e sapevo che se li avessero trovati avremmo perso un patrimonio culturale bimillenario di fondamentale importanza. Così, mi misi a lavorare creando un autorevole gruppo di lavoro (che in gran parte non posso citare..), con lo scopo di proteggere quei documenti.
Nel Febbraio 2005, previo protocollo con il Procuratore del Patriarcato di Babilonia dei Caldei in Iraq presso la Santa Sede, ho ideato e redatto due progetti: “UR dei CALDEI” e “ABRAMO”, con lo scopo di attuare una silenziosa ed efficace opera di ricostruzione digitale della memoria culturale della Chiesa Cristiana Caldea in Iraq. Ho dovuto tacere per 15 anni, sino alla redazione di questo mio spazio in rete, per potere accennare qualcosa del mio lavoro. Questo periodo è stato particolarmente impegnativo. Non posso pubblicare i progetti, attesa la delicatezza e riservatezza dovuta, ma posso pubblicare una foto che scattai a due amici nella sede per l’epoca molto attrezzata, con i quali sviluppai parte cospicua del lavoro: il Gesuita geologo Padre Vincenzo Ruggieri (portavoce dei cristiani d’Oriente) ed il Sottosegretario al Ministero dell’Interno Domenico Lo Jucco. Uomini davvero speciali.
Scopo del Progetto era la tutela dell’intero patrimonio culturale che una volta individuato e digitalizzato, non avrebbe corso più alcun rischio. Il Progetto “UR dei CALDEI” – merita un breve approfondimento – è stato pensato per salvaguardare uno dei più importanti capitali culturali umani provenienti dalla storia e attualmente ancora in grave rischio, a causa della persistente guerra. Si tratta di un patrimonio costituito da una grandissima quantità di manoscritti, carte e pergamene che testimoniano il DNA culturale del Popolo Caldeo (ma non solo) e raccontano la preziosa storia di quell’evento unico ed irripetibile che ha modellato il volto della cultura umana e della storia degli ultimi 2000 anni, con i lineamenti dell’Uomo – Dio chiamato Gesù. Solo tre anni dopo i terroristi sequestrarono l’arcivescovo caldeo di Mosul Faraj Rahho che avevo avuto la gioia di conoscere ed essere testimone della sua grandezza umana e spirituale di uomo mite. Non fu decapitato solo perché morì poche ore dopo il sequestro, d’infarto. Ma trucidarono i due giovani sacerdoti che si trovavano con lui, alla loro prima messa pasquale. Conoscevo bene uno di essi. La guerra è davvero il male assoluto ma si comprende solo quando la subisci. Nel momento in cui è troppo tardi. Vorrei dire di più sull’argomento ma certe cose conviene tacerle. Fu questa, un’esperienza che ha segnato profondamente la mia vita e quella dei miei collaboratori fino a quando la provvidenza mi riportò ad Assisi, il luogo nel quale tutto è iniziato misteriosamente molto prima di questa lunga storia.
Nell’aprile 2006 venni chiamato a relazionare ad Assisi sul tema: “Codici esemplificativi del linguaggio dei popoli” in occasione di un evento organizzato dalle Associazioni “Assisi Pax International” e “Avvocati Europei”. Un evento con forti richiami al discernimento sui grandi temi del futuro che volle fortemente l’Avvocato Enrico Tuccillo, al quale devo una serie di incontri e amicizie importanti. Con mia sorpresa, nel corso della Celebrazione Eucaristica presieduta da Padre GianMaria Polidoro, questi, mi consegnò la “Palma d’Artgento”. Un riconoscimento che mi onora per il significato che rappresenta nella Città di Chiara e Francesco e per la sua motivazione: “La Palma d’Argento viene assegnata a quanti hanno particolare benemerenza a favore della pace in azioni o testimonianza. La Palma vuole significare una eccellenza riconosciuta”. Era un semplice ramoscello d’ulivo immerso in argento, proveniente dall’albero di ulivo donato ad Assisi da Giovanni Paolo II, che moriva proprio in quelle ore, chiudendo una pagina di storia per tutti noi.
Più tardi, nel Dicembre 2007, per le attività volte alla tutela dei Diritti Umani, al dialogo di Pace e per avere istituito il primo Network di Testate Giornalistiche a loro tutela, mi fu assegnata la Medaglia del Presidente della Camera dei Deputati unitamente al Premio “Calabria Nostra”.
Confesso l’emozione per avere ricevuto questo segno di stima nella mia terra d’origine, nella suggestiva cornice della Chiesa di San Giorgio Martire di Zumpano, innanzi alle Autorità Civili, Militari ed Ecclesiastiche Premio sulla Cultura della Legalità.
La testimonianza diretta e verace del Direttore del Museo della Pace di Hiroshima, il dramma della guerra in Iraq che avevo vissuto con particolare emotività, avevano risvegliato in me altri momenti difficili che in qualche modo mi avevano toccato profondamente. Come il ricordo del disastro di Chernobyl che avevo vissuto nell’Aprile del 1986 mentre mi trovavo in Teatro nel Nord della Germania, a Kiel.
Quella notte i militari giunsero in Teatro per fermare le attività in corso. Ci dissero che dovevamo andare subito in albergo evitando in tutti i modi di prendere la pioggia nel corso del rientro. Non capivamo il perché, nessuno di noi sapeva cosa volessero dire in quel caso e così di fretta con il termine “radiottività” o cosa potesse contenere la semplice pioggia di così pericoloso. Poi, lo disse la storia. Al rientro in pullman i notiziari radio raccomandavano a chi aveva preso la pioggia di stare molto tempo sotto la doccia e di buttare tutti gli indumenti sigillandoli in una busta di plastica.
La paura fu tale che mi sedetti sotto la doccia e finii per addormentarmi. Alcune mie colleghe dopo qualche mese si ammalarono. La nube radioattiva aveva attraversato intere nazioni in poche ore. Alcune immagini della storia non hanno bisogno di commenti per capire cosa è l’Uomo. Migliaia di esperimenti nucleari che avevano per sempre mutato il rapporto Uomo-Ambiente e tutto era conseguenza di una umanità ammalata culturalmente.
Compresi che la cura poteva ricercarsi solo stimolando l’incontro, la condivisione, la crescita culturale dei Popoli che bisogna responsabilizzare con gesti quotidiani perché non si disperda la Memoria della follia umana. Mi sono chiesto cosa potessi fare. Decisi di trasformare questo dubbio in una “Carta” che fosse in grado di interrogare Donne e Uomini di buona volontà, dalle più alte Istituzioni alle più umili. Le risposte mi avrebbero aiutato a fornire alla società una ipotesi volta a riflettere sul senso di questa esistenza che contrappone alla meraviglia e al capolavoro della creazione, la mostruosità dell’azione umana. Il 24 Luglio del 2006 istituii la “Carta della Pace” per la Tutela della Memoria, dei Diritti dell’Uomo e dell’Ambiente. Qui di seguito pubblicherò solo qualche immagine relativa agli Eventi che accoglievano gli ospiti.
Un riconoscimento che non è sottoposto alla ritualità del tempo, dunque da realizzare ogni anno, ma alla scoperta dei meritevoli: Donne e Uomini in grado di rappresentare un esempio su cui riflettere. Ottenni l’approvazione della Basilica dello Stato con il suo alto Patrocinio e del Ministero dell’Ambiente, che desideravo rendere centrale. E un motivo c’era!
Insieme alla motivazione, sulla “Carta della Pace” si legge:
Con la Carta della Pace “Riconosciamo a Donne e Uomini di Buona Volontà il nostro plauso e proponiamo la testimonianza della loro esistenza quale esempio educativo per le nuove generazioni alle quali sono affidate le sorti del Pianeta e del Genere Umano chiedendo ad esse di compromettersi per la Pace”.
Tra gli insigniti cui ho avuto l’onore di consegnarla insieme al Parroco della Basilica dello Stato, S. E. Rev.ma il Cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, il Prof. Antonino Zichichi, il Sindaco di New York Rudolph Giuliani, il Magistrato Antimafia Nicola Gratteri, l’Associazione SS. Pietro e Paolo, già Guardia Palatina d’Onore del Papa, il Serra Club International, il Regista Franco Zeffirelli.
Nel Gennaio 2007 – nella qualità di Direttore dell’Ufficio Cultura della Basilica dello Stato, ho curato il Jerome Hines Memorial World Peace Concert – in occasione della campagna umanitaria a favore di “Calabria pro Zambia”.
Il Sindaco di New York Rudolph Giuliani, successivamente mi chiese di accompagnarlo all’UNICAL – Università della Calabria, in occasione della conferenza dedicata agli studenti sul tema della “Leadership”.
Nell’Odissea tra miti e leggende, si narra dei sentimenti che in tanti viviamo. Il “Nostos”, quella nostalgia che soffia come vento all’anima spingendola fuori dal corpo verso casa, diventò impetuosa e così pensai che la vita mi stesse indicando di tornare. Il mio “Ritorno ad Itaca” non è stato facile e anche la mia come quella di Ulisse, era stata una vera odissea lunga 20 anni, vissuti lontano dagli affetti più grandi di ogni successo, gratificazione e conquista professionale. Sapevo di avere la forza per tendere l’arco che avrebbe dovuto usare i dardi della Cultura, del Dialogo, del fare e del progettare per il bene comune. Ma da qualche parte avrei dovuto iniziare. Ci pensò l’Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola che in occasione del V° centenario dalla scomparsa di San Francesco a Tour, in Francia, attesa la delicatezza dell’Evento che richiedeva una speciale attenzione, mi chiese di elaborare un piano di comunicazione istituzionale, teso a valorizzare l’effettivo scopo degli eventi, non speculativo ma spirituale e, contestualmente, di elaborare un progetto a lungo termine per la dematerializzazione del Patrimonio Culturale dell’Ordine.
Tenendo presente che quella di San Francesco da Paola è l’icona più diffusa nel mondo dopo quella della Madonna del Santuario di Pompei, è facile immaginare l’arduo compito. Seguire le orme del più grande Taumaturgo della storia cristiana è stata (ed è) una straordinaria, infinita e misteriosa avventura. Inizia qui un rapporto di particolare intensità emotiva, spirituale e professionale con l’Ordine fondato da San Francesco di Paola.
La sua opera rivolta ai giusti, agli ultimi e ai potenti, qualche anno dopo ha ispirato lo statuto del Movimento culturale, sociale e politico “NOI”. Avevo compreso che avrei portato in rete il più vasto Patrimonio Culturale della Storia cristiana. Iniziava un nuovo grande lavoro, attualmente in corso.
Tra le attività istituzionali, proposi la realizzazione di una programma televisivo edito da RAI International. Fu un vero capolavoro e il Santuario di Paola, uno dei pochi e veri attrattori culturali in grado di richiamare turisti, viaggiatori e pellegrini in Calabria in ogni stagione, entrò in Mondovisione. A coordinare il Programma fu Mario Maffucci, già a capo della V° struttura di RAIUNO, mentre la produzione fu curata da Francesco Scavelli e Fabio Gallo.
Alla splendida Paola Saluzzi fu affidata la conduzione e all’interno del programma furono presentati altri due progetti previsti dal mio ampio programma istituzionale: “Itineraria”, il percorso delle sacre reliquie di San Francesco nelle 12 Diocesi della Calabria, un documento di carattere demo-antropologico unico e che mostra un’immagine tenerissima della Calabria, e la prima Piattaforma dedicata al Santo. La progettai insieme agli esperti del mio Gruppo di lavoro per fornire informazioni quotidiane e istituzionali: www.francescodipaola.info.
Fu solo l’inizio e compresi che una volta conosciuta la sua realtà, è impossibile smettere di amare San Francesco di Paola. Dopo qualche tempo, infatti, vedo giungere nel mio ufficio per un incontro davvero provvidenziale, Padre Francesco Marinelli, già Correttore Generale dell’Ordine dei Minimi e Padre Gregorio Colatorti, suo successore. Avevo innanzi due colossi sia dal profilo istituzionale che spirituale, e fui colpito dalla loro umiltà. Sarei dovuto essere io, se mai, a raggiungerli, non il contrario.
Nelle loro parole, il bisogno di rendere nuovo il Patrimonio dei Beni Culturali del Santo della Carità, perché potesse entrare nella vita di tanti, grazie ad un sistema di connettività in grado di rendere giustizia all’opera umana e di Pace di San Francesco. Mi veniva affidato un nuovo compito, ancora più grande dei precedenti, non più dalla Basilica Santuario di Paola ma direttamente dall’Ordo Minimorum di Roma.
Ricordo le parole di Padre Marinelli quando disse: “siete stati scelti da San Francesco perché avete seguito tutti i nostri eventi dal V° Centenario dalla Morte al VI° dalla sua Nascita! Quindi siete voi a dover procedere”. Provai una forte emozione, come un vento che mi attraversava. Quelle non erano parole pronunciate da un uomo come tutti, ma da un figlio diletto di San Francesco.
E così, Conventi, Santuari e Chiese aprirono i loro portoni come braccia spalancate per accogliere il nostro lavoro tra Fede, Arte e Innovazione.
“Tutto il tempo dedicato in questi ultimi 20 anni al Patrimonio Culturale Italiano, vissuto insieme ai miei stretti collaboratori con passione e rigore professionale, mi ha consentito di realizzare un grande sogno: “ITALIA EXCELSA”, il primo Museo Digitale Italiano a carattere interamente visuale.
Il Museo Digitale raccoglie l’esperienza del mio lungo viaggio nelle meraviglie del Grande Patrimonio Culturale italiano, con particolare attenzione al Mezzogiorno d’Italia, alla via culturale del Mediterraneo, nel corso del quale ho scattato oltre un milione di capolavori fotografici e realizzato migliaia di Visite Virtuali con lo scopo di riproporre al mondo, grazie all’opportunità che la Rete offre oggi, l’Eterna Bellezza dell’Italia.
Non sono nato Fotografo ma la Fotografia in quanto Arte del riproporre e testimoniare, mi è servita per dire ciò che doveva essere detto. Ho aperto questo percorso che guardava al futuro di una cultura largamente condivisibile e oggi apprendo con soddisfazione che il Ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini ha costituito una Cabina di Regia per la Fotografia “per tutelare, valorizzare e diffondere la Fotografia in Italia come Patrimonio storico e linguaggio contemporaneo”.
Oggi, nel cuore di questo Viaggio che continua, mi sento ricco dello spirito e della grandezza di chi ci ha preceduti che, con umiltà, attraverso la scultura, la pittura, l’artigianato, i mestieri, la musica, ha reso grande l’Italia. Non a caso, infatti, insieme al Patrimonio paesaggistico, ambientale, naturale e alla Bellezza del Sacro, ho dedicato speciale attenzione ai “mestieri” ai quali auspico un immediato e intelligente ritorno per il bene dell’Economia italiana.
Spero vivamente che ITALIAEXCELSA possa essere gradita anche a chi non potrà raggiungere l’Italia di persona o visitarne per gravi motivi di disabilità il suo Patrimonio Culturale. Da oggi, potranno farlo e con un click potranno entrare in relazione con tanta Bellezza. Credo che il ritorno al Made in Italy sia la soluzione per guarire la crisi identitaria e culturale dell’Italia e della sua economia e della sua mancanza di fede.
Un “Capolavoro”, come lo ha definito il Ministro Dario Franceschini, quando ha deciso di accogliere il mio invito a dare il suo primo “Click” istituzionale alla Piattaforma “Cosenza Cristiana”, la più grande opera di Digitalizzazione per la valorizzazione e prevenzione da calamità naturali dedicata ai Beni Culturali di una intera Città Storica italiana. Vedi www.cosenzacristiana.it.
Lo stimolo a realizzare un progetto così ambizioso è emerso dall’avere notato l’abbandono della bellissima Città Storica di Cosenza da parte della classe politica che negli ultimi decenni, in particolare nell’ultimo, l’ha completamente abbandonata alle piaghe del tempo. Chi la conosce sa bene che stiamo parlando di un capolavoro che giunge a noi dalla memoria giudaico-cristiana e greco romana.
I lavori sono iniziati dopo un colloquio con il Padre Arcivescovo dell’Arcidiocesi Metropolitana di Cosenza – Bisignano Mons. Francesco Nolè. Desideravo fare qualcosa per la mia Città che non meritava e non merita l’abbandono.
Qualcosa che la rendesse nuovamente centrale nella discussione politico-istituzionale, nel luogo ove si prendono le decisioni che riguardano l’economia. E ci sono riuscito, con l’aiuto di un gruppo di temerari amici e dell’infaticabile umanista Eleonora Cafiero che ha programmato tutti gli interventi in maniera perfetta e seguendo, in verità, con meticolosa attenzione la programmazione di tutto quanto è scritto in questo Blog.
Grazie a questo progetto l’eccellente Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini, nel corso della presentazione a lui riservata, ha deciso di inserire la Città Storica di Cosenza nel piano di finanziamenti per la riqualificazione urbana delle Città Storiche del Sud Italia, destinando a Cosenza 90 milioni di Euro.
TURISMO E INDUSTRIA DELL’OSPITALITA’: FABIO GALLO nominato Membro del Comitato Tecnico-Scientifico dell’ITS-IOTA Puglia – Istituto Tecnico Superiore per l’Industria, l’Ospitalità e il Turismo allargato.
La proposta giuntami dalla Presidente Prof.ssa Giuseppina Antonaci mi onora poiché rappresenta una delle più belle e preparate figure professionali in Italia nel settore dell’Alta Formazione nelle discipline dell’Ospitalità e del Turismo. Essere annoverato tra gli Esperti dell’Istituto Tecnico Superiore è anche per me un parametro di valutazione che indica un ottimo lavoro da me svolto nel settore e una capacità professionale ed esperienziale che è valutata in grado di essere utile da una delle più efficienti regioni d’Europa in termini di organizzazione turistica. La Puglia sta puntando molto sul potere della rete del livello 4 e 5.0 in grado di fare interagire i vari strumenti di comunicazione con l’unico scopo di creare sviluppo e lavoro. Lo sta facendo seguendo una chiara idea che consiste nel valorizzare le idee perché le eccellenze senza idee strategiche in grado di sostenerle, non sono garantite. Non a caso sono stato chiamato per la mia esperienza nel campo della “gestione della conoscenza” e della valorizzazione del Patrimonio dei Beni Culturali ai fini dell’incentivazione turistica e dello sviluppo di nuove economie dalla nota Fondazione ITST Puglia che nasce per accrescere tramite iniziative innovative sviluppo dell’Ospitalità e del Turismo allargato.
Nonostante la grande mole di lavoro già in corso, non mi sono fermato. Attesa la buona volontà degli Esperti del mio Gruppo di lavoro che mi incoraggiano a sfinirli piuttosto che a farli riposare, ho proposto di definire il progetto CALABRIA EXCELSA, cuore di lunghe chiacchierate con Franco Zeffirelli e Bruno Monopoli, il suo esperto di illuminazione scenica. Se oggi le mie Opere d’Arte Fotografica godono di quotazioni così alte, lo devo ai suoi suggerimenti e ai lunghi colloqui sul tema della Luce.
A Franco Zeffirelli e alle sue opere devo la ricerca della Bellezza attraverso le ottiche. A Federico Fellini, altro grande maestro con il quale ho avuto l’onore di discorrere con il mio amico e Regista Adolfo Lippi, devo l’indirizzo verso quello spirito di avventura e inconsapevolezza che ad una ripresa non deve mai mancare per avere la certezza di lasciare spazio all’Arte che anima le cose.
CALABRIA EXCELSA è tutta nel suo nome: una Piattaforma in grado di fornire un’immagine istituzionale delle potenzialità della Calabria, unendo le sue Università al suo Patrimonio Paesaggistico, Archeologico, Ambientale, Naturale, alle Arti e ai Mestieri.
Una vera e propria “Opera d’Arte” digitale che si sarebbe dovuta presentare al mondo della Rete con un potenziale di bellezza espressa grazie a Capolavori d’Arte Fotografica concepiti in formato Cinemascope, in grado di nobilitare il messaggio nel mondo della Rete, potenziandolo esteticamente del binomio “Bello=Buono”.
In maniera esecutiva, il progetto nacque immediatamente dopo l’incontro mostrato in foto nel mio racconto. Sono progetti, questi, a lunga scadenza che non può realizzare chi inizia a lavorare oggi per domani.
Le campagne fotografiche destinate a creare opere d’arte visuali richiedono tempo e molte stagioni. Così è nata l’idea di dare vita alla nostra “Veranda del Mediterraneo” nella quale entrano solo cose effettivamente di pregio.
E’ vero quando si dice che da cosa nasce cosa. Il viaggio intrapreso per identificare e riprendere la “Calabria Excelsa”, mi ha offerto l’opportunità di incontrare le Istituzioni degli stessi territorio. Da questi incontri sono maturati due grande progetti che ho diretto personalmente. Il primo, “Martirano Lombardo Enjoy” dedicato alla valorizzazione di quella bellissima area paesaggistica definita “la Piccola Sila” nel catanzarese.
Un progetto che ha consentito agli utenti della rete, grazie alla Fotografia d’Autore, la visualizzazione dei capolavori naturali, ambientali e paesaggistici di Martirano Lombardo. In particolare, del suggestivo Parco Bombarda e dei suoi sentieri naturalistici attrezzati con arie pic nic all’interno dei boschi sulle alture del Monte Mancuso. Per visitare Martirano Lombardo clicca qui
Il secondo progetto è relativo alla valorizzazione del prestigioso Museo Archeologico e del Parco Archeologico di Blanda, nel Comune di Tortora, considerata dagli esperti una delle aree archeologiche più importanti d’Italia (www.museodiblanda.it).
In questo progetto ho voluto realizzare un messaggio visuale composito, in grado di restituire con immediatezza lo spessore del lavoro svolto dagli Archeologi. L’immagine, infatti, cattura molto prima dei contenuti, stimolando l’interesse del turismo culturale che guarda con speciale attenzione alla bellezza del Patrimonio dei Beni Culturali di luoghi non sempre molto conosciuti e che possono regalare l’emozione della scoperta.
Ho ritenuto di dovere investire molto in questa direzione ricercando il modo migliore di testimoniare il tempo, rispettando questi reperti che sono stati molto spesso sepolti con Donne e Uomini che ci hanno preceduti e dai quali, molto probabilmente discendiamo.
Intanto, rendendomi conto della sofferenza di tanti creativi completamente abbandonati dalla politica, decido di sostenerli creando con il mio Gruppo di lavoro un luogo nel quale parlare di loro per sostenere la diffusione di Arti e Mestieri, indispensabili nella nostra economia. Così, nasce il Progetto “120 Giorni della Belle ARTI”.
Si tratta della Piattaforma Digitale che promuove gratuitamente il mondo degli artisti, creativi, designer, artigiani, musicisti, scultori, pittori, cineasti che rappresentano l’economia italiana ma che non ricevono supporto dai media nazionali.
La Piattaforma è sempre in Rete ma per 4 mesi all’anno valorizza con Ufficio Stampa dedicato, tutti coloro i quali ne fanno parte. La linea editoriale positiva e propositiva che ho inteso promuovere in un contesto grafico di assoluta eccellenza, conferisce al mondo delle Belle Arti e ai suoi operatori una vetrina unica, etica e permanente che si oppone con il lavoro delle mani dell’Uomo e della sua intelligenza creativa, a quella parte di società digitale che tende a sostituire l’Uomo con le macchine.
Dall’esperienza della “Città della Pace” e dal confronto con le Nazioni ospiti, emergeva chiaro che numerosi Popoli sarebbero stati sempre più colpiti dall’assenza di Cibo e Acqua potabile. Nulla di nuovo, ma tutto sarebbe stato più aggressivo e avrebbe determinato sconvolgimenti umanitari e grandi flussi migratori. L’aggressione perpetrata all’Ambiente da esperimenti nucleari, esplosioni di siti nucleari come Chernobyl e di recente quello di Tokio, hanno dimostrato che sul pianeta si sono ristrette le riserve di acqua potabile e territori coltivabili ormai per migliaia di anni radioattivi.
In un contesto ove la politica è sempre più frammentata e in una Europa che ha perso la visione dei Padri fondatori privandosi di un orizzonte plausibile, ho pensato fosse necessario istituire un momento di confronto su questi temi delicati da mettere subito al centro della discussione a tutela dei Diritti Umani. Nasce così il percorso culturale e scientifico che ha portato alla istituzione della BIENNALE della Dieta mediterranea per i Diritti Umani al Cibo Sano e all’Acqua Potabile.
Nell’Aprile del 2017, dopo molto lavoro in campo diplomatico che ha dato ottimi risultati, la Biennale è giunta alla sua Costituente nel suggestivo Castello di Corigliano d’Otranto in Puglia (www.biennaledietamediterranea.it). Il cammino ha preso vita nel 2013 con la Conferenza “Dieta Mediterranea – Futuro Alimentare” incentrata sul significato economico della Dieta Mediterranea per il commercio, l’industria, l’artigianato e l’agricoltura. Per il suo alto fine Etico si è svolto con l’Adesione del Presidente della Repubblica Italiana.
Tra gli Esperti, l’economista agroalimentare Prof. Fausto Cantarelli, fondatore dell’Accademia Alimentare Italiana di Parma, la cui relazione ha legittimato il Mezzogiorno d’Italia, a partire dal territorio della Provincia di Cosenza, a proporsi, come storia vuole, terra fertile e patria del Cibo salutistico della Dieta Mediterranea.
Il Prof. Cantarelli è l’autore de “I Tempi alimentari del Mediterraneo”, due volumi nei quali il fondatore dell’Accademia ha offerto una rilettura della storia alimentare del nostro Paese per riflettere sugli atti e sui fatti che ne hanno decretato il successo esistenziale e alimentare. Per questo motivo, proposi alla Fondazione Culturale “Paolo di Tarso” e alla Basilica dello Stato di insignirlo della “Carta della Pace” per la Tutela della Memoria, dei Diritti dell’Uomo e dell’Ambiente“.
Fu, questo, un momento particolarmente emozionante poiché il giorno precedente alla cerimonia prevista presso la Basilica dello Stato, il noto economista accolse la mia proposta di partecipare alla cerimonia di consegna della “Carta della Pace” a Padre GianMaria Polidoro fondatore di Assisi Pax International, in occasione della quale è stata animata da uno storico dibattito sul tema “Ecologia del rapporto Uomo – Natura”.
Una emozione indescrivibile ma anche un bagaglio esperienziale unico per essere riuscito a concretizzare un dibattito tra l’erede spirituale di Francesco di Assisi autore di “Civiltà di Pace” e il più grande Economista Agroalimentare che ha saputo trasformare la Terra in Economia e le tradizioni contadine italiane in Made in Italy.
L’eredità lasciatami dal Prof. Cantarelli è davvero grande quando decise di elaborare insieme a me quello che sarebbe diventato il “Manifesto della Dieta Mediterranea” successivamente sottoscritto a Roma, nella Sala dei Certosini della Basilica Santa Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma. Oggi mi trovo ricco di una donazione scientifica che è un bene per l’umanità.
Ispirandosi ai contenuti e alla visione dell’evento, il DiBEST – Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra dell’UNICAL, su proposta della Prof.ssa Luana Gallo di cui mi pregio essere fratello, istituì il primo Master in “ Green Economy, Dieta Mediterranea e Sostenibilità Ambientale: Management in Sicurezza, Qualità ed Economia Agroalimentare” nel quale ho condiviso il percorso didattico con le migliori intelligenze dell’UNICAL.
Immediatamente dopo l’esperienza Accademica, dialogando con Eleonora Cafiero ed Augusto Amoroso, propongo la realizzazione di un applicativo che potesse in maniera semplificata e accessibile a tutti, rispondere a tre domande: cos’è la Dieta Mediterranea, quali sono i suoi alimenti e come si porta in tavola.
Nasce, così, “MDiet” l’APP della Dieta Mediterranea che verrà realizzata in collaborazione con una qualificata equipe di Nutrizionisti, Biologi, Informatici, Ecologi, Naturisti, Manager della Dieta Mediterranea. Il lavoro davvero eccellente dal profilo scientifico non tarda a conquistare grandi soddisfazioni.
Poco dopo, infatti, l’applicativo che intanto aveva conquistato la Direzione onoraria dello scienziato Prof. Flaminio Fidanza già Presidente onorario della Biennale, veniva presentato presso il Cluster Bio-Mediterraneo di EXPO Milano 2015, ospite del Governo della Repubblica di Malta che ne ha condiviso e promosso le finalità etiche.
Ma le soddisfazioni non erano finite, anzi, iniziavano portando l’APP della Dieta Mediterranea nelle Nazioni Unite. Giorno 1 febbraio 2017 è stata esposta presso la FAO in occasione dell’insediamento del Governo della Repubblica di Malta alla Presidenza di turno dell’Unione Europea.
Successivamente, in data 20 Febbraio 2017, in collaborazione con “Mediterranean Academy of Culture, Tecnology and Trade” di Malta, l’APP è stata presentata a Roma, in occasione della Prima Sessione Ordinaria del Consiglio Direttivo e dell’adozione della nuova Politica per la Nutrizione del WFP – World Food Programme delle Nazioni Unite.
Il Direttore Esecutivo del WFP Ertharin Cousin nel presentare l’APP “MDiet” ha dichiarato che: “strumenti innovativi e semplici da usare come questa applicazione contribuiscono a coinvolgere i cittadini consentendo loro di compiere scelte consapevoli e conducendoci un passo più vicini a Fame Zero”. La dichiarazione espressa dalla più alta autorità in campo mondiale, è stata per me motivo di grande soddisfazione e gratificazione.
Porto con me un pesante bagaglio di esperienze. Ho conosciuto l’impegno per la Pace, per la tutela dei Diritti Umani e della Memoria di Popoli afflitti dalle guerre, carestie, ingiustizie. Su altro piano, sovrapposto e a volte coincidente, ho fatto della tutela e valorizzazione dell’Arte e dei Beni Culturali un approccio per un nuovo modo di dialogare tra Popoli, culture e religioni. Ho dato vita a strumenti di comunicazione etica perché non manchi mai spazio alla Verità.
Mi sono detto: se molti mali giungono da persone impreparate, prive di cultura, conoscenza e rispetto per il genere umano, può il mio bagaglio di esperienze essere utile al prossimo? Toccando con mano la dissoluzione della ragione umana che ha fatto sì che si distruggesse l’Ambiente e di conseguenza si concepisse il teorema dell’Uomo-scarto, mi sono chiesto: è possibile un ritorno alla centralità dell’Essere Umano?
Ho condiviso l’interrogativo con un gruppo di amici provenienti da esperienze diverse che hanno subito accolto l’idea di essere non un partito, bensì “Comunità politica” in grado con le sue proposte di giungere non solo al rinnovamento della classe politica, ma alle regole della stessa politica che non rendono possibili i cambiamenti.
Entrare in politica – quella che Papa Francesco indicava con la “P” maiuscola, diventa fondamentale in un contesto nel quale la voce delle esigenze primarie dei Cittadini è inascoltata. Per questi semplici motivi che sono alla base di tutto, ho creduto fosse necessario tracciare una nuova strada: una Nuova Presenza, e farsi dono di una Pagina Bianca sulla quale scrivere, senza macchiarla di mala gestione e corruzione, un nuovo modo di essere politica culturale, sociale ed economica che sappia, come disse Luigi Sturzo, non solo fare il bene, ma fare bene il bene. Dunque, porsi l’interrogativo al quale darsi risposta attraverso l’azione politica: “cosa è il bene sociale?”.
Così, dal confronto e guardando in faccia la realtà, è nato il Movimento NOI. Una meravigliosa Comunità che guarda alla Politica con la “P” maiuscola, che si è strutturata per essere davvero vicina ai Giovani e al mondo del Lavoro.
Una Radio che ci aiuta nella Formazione (www.noiradio.eu), un Magazine free press che ci supporta nella Comunicazione Istituzionale (www.noimagazine.it), un sistema di Rete sul quale iscriversi gratuitamente (www.retenoi.it), generare gruppi di lavoro, proposte di Legge e programmi o, effettuare sondaggi e votazioni, un Sito Istituzionale nel quale trovare tutto questo in maniera semplice e accessibile e tutti (www.movimentonoi.it).
Ringrazio i fondatori per avermi voluto Presidente. Una missione che mi ha fatto maturare molto. Credo che questi primi tre anni di attività abbiano portato buoni risultati volti a svegliare le coscienza dal torpore tipico dei contesti nei quali tutto è subalterno alla politica dominante. Come ad esempio alcuni mezzi di comunicazione che appiattiscono la capacità di discernimento dei cittadini o che ne concentrano il senso critico su stupidaggini create per deviare la loro attenzione dai veri problemi che creano il vuoto strategico di Democrazia.
L’azione politica del Movimento NOI, sino ad oggi, è stata volta soprattutto a scuotere gli animi. Attratti da quella che potrebbe apparire come utopia, il popolarismo sturziano, abbiamo scelto di attingere alla formazione di grandi sturziani come Giovanni Palladino.
Per altre discipline, alle analisi del Prof. Alessandro Corneli autore de “L’Arte della Guerra”, di “Geopolitica è”, di “Oriente il grande ritorno”, di “Nascita dell’Occidente”. Tra i formatori dello stesso gruppo di pensatori sturziani, il Gen. Giampiero Cardillo e del Prof. Marco Vitale le cui riflessioni vivificano la nostra azione quotidiana di concretezza.
Nel nostro simbolo le 12 stelle rappresentano quelle di Maria e dell’Europa cristiana da riformare. Ne abbiamo fatto una Bandiera e una maglietta che indossiamo quando scendiamo per strada in difesa del bene comune. Nella società dei simboli negativi, il nostro vuole essere un segno di dialogo, pace e presenza costante sia a tutela dei Diritti Umani, che per ricordare a tutti che esistono anche i Doveri.
Abbiamo scelto di dare un messaggio chiaro e se le Istituzioni riconoscono la nostra presenza significa che stiamo operando bene e nella direzione giusta. Motivo per cui siamo stati chiamati a partecipare ad una giornata storica come quella, nel Palazzo Apostolico Lateranense di Roma, nel quale è stato avviato il percorso che porterà Don Luigi Sturzo alla sua canonizzazione. Inoltre, nel giorno in cui il Cardinale Vicario del Santo Padre, Angelo De Donatis, si è insediato quale Titolare della Basilica di San Marco Evangelista al Campidoglio, abbiamo avuto la gioia di stargli accanto e di fargli dono della nostra maglia e del primo lavoro relativo alla digitalizzazione della Roma Cristiana.
Il progetto Roma Cristiana, nato dopo Cosenza Cristiana, è stato proiettato nella monumentale sacrestia della Basilica sotto la quale è custodita la casa dell’evangelista San Marco.